La Rai il discorso di Fedez non l’aveva approvato e il rapper ha fornito le prove

La Rai ha chiesto esplicitamente a Fedez di non fare nomi e cognomi e di togliere il nome della Lega dal suo discorso sul paco del Primo Maggio

02/05/2021 di Ilaria Roncone

Ieri Fedez è salito sul palco del Primo Maggio e ha fatto un discorso che, stando a quanto ha dichiarato, non sarebbe stato – in prima battuta – approvato dai vertici della Rai. «È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta», ha scritto Fedez su Instagram. La richiesta di Rai 3 di omettere nomi, cognomi e partiti è stata esplicita ma – alla fine – ha vinto Fedez. Queste stesse parole sono state seguite da un comunicato della Lega e di Salvini contro quanto affermato da Fedez – con sviluppo della relativa querelle tra il capo della Lega e il rapper su Twitter -. Il cantante ha anche voluto fornire le prove di quanto affermato.

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Discorso Primo maggio Fedez: la prova della tentata censura

Nella tarda serata di ieri Fedez ha voluto mettere i puntini sulle i, come si suol dire, rendendo nota la telefonata avuta con i vertici della Rai e registrata il giorno precedente. Gli stralci di telefonata pubblicati sono più che sufficienti a far comprendere il contesto e dall’altro capo del filo si sentono prima il capo degli autori Massimo Cinque e poi la vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani. Il discorso di Fedez viene definito «non editorialmente opportuno» e il rapper, evidentemente accalorato, domanda per quale ragione «non posso dire in pubblica piazza che un consigliere della Lega ha detto che se avesse un figlio gay lo brucerebbe in un forno?»,

«Contesto inopportuno»

La conversazione prosegue: «Io le sto chiedendo soltanto di adeguarsi a un sistema, che lei forse non riconosce…», prosegue Massimo Cinque, fino all’intervento della vicedirettrice Rai 3, che afferma di ritenere «il contesto inopportuno». Un contesto, quello del Primo Maggio, che è sempre stato marcatamente politico. Di discorsi come quello che Fedez ha scelto di fare ce ne sono sempre stati – seppure probabilmente non così espliciti – ma schierarsi a favore di una minoranza (in questo caso le persone LGBTQ per il ddl Zan) non è strano.

A Fedez è stato domandato di «adeguarsi a un sistema» e questo adeguarsi avrebbe comportato non solo eliminare nomi e cognomi delle persone e del partito ma anche «edulcorare» quella specifica parte di discorso.

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