La vergognosa diretta Instagram e il ruolo dei social nello stupro di Campobello di Mazara
Lo hanno riferito alcuni testimoni, i familiari e la vittima continuano a comunicare via social network
01/05/2021 di Gianmichele Laino
C’è un aspetto che aggiunge una nota inquietante – se possibile ancora di più – alla vicenda terribile della violenza subita da una 18enne a Campobello di Mazara, che ha denunciato il tutto ai carabinieri, nonostante il giorno dopo il padre – che però adesso ha fatto marcia indietro e sta continuando a difendere, anche sui social network, la figlia – fosse andato dalle stesse forze dell’ordine a indicare i giovani denunciati come bravi ragazzi. Al momento, le sue parole suonano diverse. Ma ci arriveremo. La storia parte da una vergognosa diretta Instagram contemporanea allo stupro di Campobello di Mazara. Un paese in cui compare, come mostrano le immagini dei carabinieri di Trapani, anche una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza contro le donne.
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Diretta Instagram stupro Campobello di Mazara, cosa è successo
Secondo alcune testimonianze raccolte da Repubblica, alcuni dei quattro ragazzi coinvolti nella denuncia per stupro, stavano facendo una diretta Instagram in cui dicevano: chissà cosa stanno facendo di sopra. Qualcuno sostiene che, in quelle immagini, si sentivano le urla della ragazza. La sera del fatto, quindi, la giovane era stata condotta in una stanza da uno dei ragazzi, poi sarebbe stata costretta a un rapporto sessuale con almeno un altro dei giovani.
Non è l’unico passaggio che coinvolge i social network – che vengono impiegati per usi sempre più “deviati” -: la vicenda, lo abbiamo appreso, risale al mese di febbraio, le indagini sono andate avanti in questa settimana e hanno portato all’arresto di quattro giovani l’altro ieri, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Qualche tempo fa, sempre su Instagram, uno dei ragazzi aveva scritto alla giovane: «Noi siamo amici, che stai facendo? Ritratta». Una vera e propria forzatura, costrizione. Dopo quelle ancora più gravi subite in quella sera di febbraio.
Si diceva, all’inizio, del cambiamento di opinione anche del papà della vittima. Adesso sostiene la figlia, anche – e ancora una volta – sui social network. A commento di un messaggio del sindaco di Campobello di Mazara, l’uomo ha affermato che quanto riportato nei confronti della sua persona è infamante: «Confido in te – dice rivolgendosi al sindaco -, affiché si smentisca quanto di inqualificante nei confronti della mia persona, che è tutto l’opposto a quella che è e continua ad essere la mia realtà. Per chiarire, occorre che inviti personalmente tutte le persone di questo social?». No, forse dai social bisognerebbe prendersi una pausa quando ci sono queste vicende in corso.