Scorza (collegio del Garante) a Federica: «Scusaci se non abbiamo fatto abbastanza»

Le parole dopo la video-denuncia della sedicenne della provincia di Catanzaro

22/03/2021 di Redazione

L’urlo di Federica, 16enne vittima di revenge porn, è arrivato al Garante della Privacy. La ragazza della provincia di Catanzaro – che Giornalettismo ha intervistato – aveva registrato un video per raccontare la sua storia: un vecchio video di TikTok, girato due anni fa, è stato screenshottato, modificato in maniera oscena e diffuso su Telegram negli ultimi giorni. Un caso che ci ha fatto capire come, in Italia, ci siano ancora tanti passi da fare in merito alla prevenzione del revenge porn, nonostante sia diventato un reato ormai nel 2019.

 

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Garante Privacy su Federica, la cui foto circola su Telegram

Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, ha voluto far sentire la propria voce per testimoniare la vicinanza dell’istituzione che rappresenta alla ragazza di 16 anni che ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente l’episodio di cui è stata vittima. In una lettera, Scorza ha espresso tutto il suo rammarico per l’accaduto:

«Guardare il tuo video e ascoltare le tue parole mentre racconti della violenza della quale sei stata vittima – ha scritto Scorza -, di quella tua foto che sta girando online e con la quale un branco di imbecilli o, come li chiami tu, di malati ti sta violentando da giorni senza, magari, neppure rendersene conto fa male, preoccupa, allarma e impone di prendere atto del fatto che non ce l’abbiamo ancora fatta e che non siamo riusciti come adulti, genitori e naturalmente istituzioni a rendere la società digitale un posto a misura di ragazzi e ragazze come te».

Un passaggio importante e una testimonianza significativa, dal momento che il Garante della Privacy sta portando avanti diversi progetti contro il revenge porn, avendo istituito una piattaforma – in collaborazione con Facebook – grazie alla quale è possibile, ora, prevenire questi casi, sfruttando un sistema di segnalazioni e di rimozioni definitive dei video o delle foto illecitamente in circolazione.

Il compito del Garante della Privacy in casi come questo

Guido Scorza sottolinea come garantire il diritto scegliere come essere o come apparire, di vivere la propria sessualità in maniera libera, di mostrare o di non mostrare il proprio corpo spetta all’istituzione da lui rappresentata, ovvero il Garante per la protezione dei dati personali. A questa affermazione segue una constatazione: «Non abbiamo evidentemente ancora fatto abbastanza» – scrive con rammarico.

Il rappresentante del collegio del Garante motiva il suo intervento pubblico:

«Credo che il nostro compito da adulti, genitori e soprattutto istituzioni sia quello di raccogliere il tuo invito, spingere più lontano possibile le tue parole, farle arrivare a chi non le ha ancora ascoltate non solo perché lo chiedi ma perché forse varranno a spingere altre ragazze e donne come te a fare altrettanto, a far sentire sbagliati, malati – coscienti o incoscienti che siano – quanti scelgono di violentare una ragazzina come hanno fatto con te poco conta se condividendo una foto nata per restare privata o, addirittura, modificandola per caricarla di un contenuto sessuale che non aveva».

Guido Sforza ha sottolineato l’importanza della vicinanza della famiglia a Federica, della condivisione della battaglia con la madre che Giornalettismo ha avuto modo di sentire telefonicamente. E ha anche stigmatizzato l’assenza di coraggio di chi ha diffuso quelle immagini: «Se avessero anche solo una parte del tuo coraggio – dice -, forse, dovrebbero farsi un video, chiederti scusa, spiegare perché lo hanno fatto e correre a fare il possibile per limitare la circolazione di quella foto prima che arrivi ancora più lontano e ti perseguiti per chissà quanto tempo».

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