I dati sulla dipendenza da smartphone in Italia

Social media, chat e app di gioco aumentano i rischi tra i più giovani

22/03/2024 di Enzo Boldi

Sempre più italiani trascorrono buona parte delle loro giornate a consultare il proprio telefono. Colpa dei social network, delle app di messaggistica istantanea e di quelle legate agli spazi di informazione e intrattenimento. Negli ultimi 10/15 anni, c’è stato un netto aumento del tasso di dipendenza da smartphone. Un fenomeno che non è limitato al nostro Paese, ma che coinvolge tutta la comunità globale. Ovviamente, i più piccoli sono quei soggetti maggiormente a rischio, con questo continuo ricorso agli stimoli visivi, auditivi ed emotivi che rischia di provocare enormi disagi a livello comportamentale e relazionale.

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Nei nostri precedenti approfondimenti, abbiamo analizzato come siano molteplici i fattori in grado di far scaturire e alimentare la dipendenza da smartphone. Se quella da social network è acclarata da anni – con annesse indagini sulle responsabilità delle piattaforme e nuove leggi scritte proprio per cercare di tutelare la salute mentale dei minori -, quella da smartphone è cresciuta sotterraneamente con il passare del tempo. La nomofobia – la paura di rimanere senza telefono – è la macro-categoria in cui inserire anche la FOMO (Fear of missing out, la paura di essere tagliati fuori) e la cosiddetta “Sindrome della vibrazione fantasma”. Perché, come detto, anche il feedback aptico ha un effetto sulla nostra mente in chiave di dipendenza.

Dipendenza da smartphone, la fotografia dell’Italia

Ma passiamo ai dati e lo facciamo parlando di quelli potenzialmente più preoccupanti: quelli relativi ai comportamenti dei minori. Per farli, citiamo la XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, pubblicato alla fine del 2023 da Save the Children. Da questo studio, emergono dei numero che rappresentano lo specchio delle giovani generazioni che vivono nel nostro Paese.

Ben 7 su 10 ragazzi che fanno parte della cosiddetta Gen Z e della Gen Alpha hanno avuto e posseggono uno smartphone ancor prima di compiere 11 anni. E se gli italiani – in media – trascorrono poco più di 6 ore al giorno utilizzando il cellulare per fare svariate attività, e il 25,4% dei giovani ne fanno un uso ancor più intensivo, andando a superare anche le 8 ore al giorno. Dunque, rimuovendo dall’orologio quotidiano le ore di sonno e quelle destinate alle attività scolastiche, la maggior parte della giornata degli adolescenti italiani si consuma scrollando lo schermo di un telefono. Dunque, siamo ai limiti (in molti casi oltre) della dipendenza da smartphone.

I riflessi

A tutto ciò si va a sommare quella che può essere considerata una della concausa (se non la principale causa) di questa dipendenza. Da questa ricerca emerge che circa 100mila giovani in Italia presentino caratteristiche compatibili con la dipendenza dalle piattaforme social: da Instagram e TikTok, per non citare le svariate app di messaggistica istantanea (come Whatsapp e Telegram. E a essere maggiormente colpite – secondo la ricerca – sono le ragazze-

Nelle varie interviste realizzate da Save The Children, appare evidente come le nuove generazioni siano consce del problema, ma che – parallelamente – sia diventato praticamente impossibile rinunciare alla vita digitale. L’82% dei giovani è, infatti, a rischio dipendenza da smartphone, e il 43,9% di loro considera questo fenomeno una “reale emergenza”.

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