La Commissione Ue punta a sviluppare un gemello digitale della Terra per monitorare il clima

Destination Earth, una volta implementato, potrebbe fare la differenza nella previsione e nella gestione da parte di governi e amministratori di eventi come l'alluvione in Emilia-Romagna

25/05/2023 di Ilaria Roncone

Si chiama Destination Earth ed è un’iniziativa della Commissione europea che fa parte del grande disegno per la costruzione di un futuro più sostenibile. Un altro, virtuoso esempio di come dati, tecnologia e intelligenza artificiale devono essere implementati nella gestione del cambiamento climatico sul nostro pianeta. Come spiegato nella pagina della Commissione UE dedicata, lo scopo è quello di «sviluppare un modello digitale altamente accurato della Terra su scala globale» che «monitorerà, simulerà e prevederà l’interazione tra fenomeni naturali e attività umane». Un progetto che andrebbe a contribuire al «raggiungimento degli obiettivi della duplice transizione, verde e digitale, nell’ambito del Green Deal e della strategia digitale della Commissione europea».

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Destination Earth, cosa prevede il progetto?

Il progetto è nato in Germania e coinvolge non solo Ecmwf (Centro europeo di previsioni meteo a medio termine) ma anche l’Agenzia spaziale europea e l’Organizzazione per l’esercizio dei satelliti meteorologici. Si punta, entro il 2024, a creare due gemelli digitali della Terra con due distinte funzioni: col primo si punta a monitorare gli eventi climatici estremi per capire come gestirli e contenerli, col secondo si vuole sperimentare a livello virtuale gli effetti che potrebbero avere le politiche di adattamento al cambiamento climatico.

Secondo i piani dell’Ue, dal 2027 si lavorerà ad altre simulazioni virtuali di ambienti e ecosistemi specifici del pianeta Terra (uno su tutti, il gemello digitale degli oceani). Nel 2030, se tutto va secondo quanto pianificato, dovrebbe esistere una replica digitale completa del globo.

Come funziona e scopi principali

Lo scopo principale di questo sofisticatissimo modello sarebbe quello di individuare le tendenze generali e regionali, testare scenari alternativi e prevedere – di fatti – gli effetti dell’azione umana e delle politiche di adattamento sul cambiamento climatico. Si parla di una «svolta in termini di accuratezza, dettaglio locale, velocità di accesso alle informazioni e interattività» nell’ambito, nella fase iniziale, degli «effetti dei cambiamenti climatici e degli eventi meteorologici estremi, il loro impatto socio-economico e le possibili strategie di adattamento e mitigazione».

Per alimentare la capacità di DestinE di fare tutto quello che fa, la Commissione segnala l’utilizzo dei computer HPC europei (uno dei quali, Leonardo, di trova a Bologna) e dell’AI. Nell’ambito dell’iniziativa si punta anche a consolidare l’accesso a queste fonti di dati in tutta Europa puntando a rispondere ai grandi disastri naturali e ad adattarci ai cambiamenti climatici prevedendone anche l’impatto socio economico.

Prendere decisioni sulla base di previsioni affidabili

Tutto considerato, grazie a questi gemelli virtuali della terra dovrebbe essere possibile – per politici e amministratori pubblici – prendere decisioni informate e basate su dati, previsioni, stime, simulazioni accurate e affidabili.

In parole povere, nell’ambito di un evento come quello dell’alluvione in Emilia-Romagna, Destination Earth così come è stato pensato avrebbe potuto fare la differenza su più fronti, dalla prevenzione alla gestione dell’evento stesso e delle sue conseguenze.

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