Flood Hub, il tool AI che prevede le alluvioni, deve espandersi in Italia

Visti i recenti accadimenti, è necessario che Google Flood Hub si espanda nel nostro Paese. Vediamo come funziona e quali sono i piani futuri

25/05/2023 di Ilaria Roncone

Considerata la recente alluvione che ha coinvolto Emilia-Romagna e Marche, creando danni per miliardi di euro e causando la morte di 15 persone (bilancio ancora in corso di aggiornamento), risulta imperativo sfruttare tutti gli strumenti a nostra disposizione per prevedere fenomeni come questo. Strumenti che, già attualmente, esistono e sfruttano l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale per far funzionare: uno degli esempi più avanzati è Google Flood Hub.

La piattaforma, che si basa sull’intelligenza artificiale, ha come scopo la visualizzazione delle previsioni di inondazioni fluviali indicando con precisione dove e quando si verificheranno. Sundar Pichai, CEO di Google, ha recentemente annunciato che Flood Hub punta ad espandere le proprie capacità di monitoraggio a 80 paesi.

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La storia di Google Flood Hub e le ultime notizie

L’ultima notizia relativa, quindi, è un aumento di copertura del servizio che sfrutta l’intelligenza artificiale per prevedere i cataclismi sfruttando un modello idrologico e un modello di inondazione. Con oltre 60 nuovi Paesi coperti (tra i quali figurano anche Stati europei), arriva a 460 milioni il totale di persone che possono beneficiare di queste previsioni nelle aree coperte. Tra le novità figura anche un miglioramento significativo dei tempi di previsione: lanciato l’anno scorso, all’inizio il pronostico poteva essere fatto con 48 ore di anticipo mentre ora arriva fino a una settimana prima.

L’anno scorso è stata lanciata la versione più recente del servizio ma, ripercorrendo la sua storia, già nel 2018 ne è stata lanciata una versione “rudimentale” che copriva solo due paesi (Bangladesh e India). Quello che ha fatto la differenza e ha permesso di perfezionare il sistema e di aumentarne la copertura, in questi anni, è stato l’avanzamento della tecnologia AI e machine learning. La piattaforma che ne è risultata è più completa, più facile da usare e – secondo le intenzioni – dovrebbe essere integrata nel motore di ricerca di Google e in Google Maps, così che le persone interessate agli eventi previsti vengano a conoscenza di tutte le informazioni necessarie.

Come funziona e quali zone copre in Italia

Andando sulla piattaforma, il funzionamento viene spiegato in maniera molto semplice: «Flood Hub fornisce allerte di Google relative alle inondazioni alla popolazione generale». Quello che accade è che coloro che si trovano in zone soggette a inondazioni aprono la piattaforma e visualizzano tutte le informazioni sulle previsioni dell’evento disponibili in quel momento («le informazioni di Flood Hub sono ad alta risoluzione quando aumenti lo zoom e consentono di avere un’ampia visuale dell’intera area inondata»).

Come funziona? Lo ha spiegato in maniera semplice il VP dell’iniziativa, Yossi Matias: «L’intelligenza artificiale di Flood Hub raccoglie dati pubblicamente disponibili da diverse fonti, come previsioni meteo e immagini satellitari. La tecnologia combina quindi due modelli: quello idrologico, che prevede la quantità di acqua che scorre in un fiume, e quello di inondazione, che prevede quali aree saranno interessate e quanto sarà profonda l’acqua».

Va da sé che, con queste funzionalità, uno strumento del genere sarebbe stato fondamentale per minimizzare le conseguenze della recente alluvione in Italia. Italia in cui, attualmente, Flood Hub copre un’area fin troppo piccola e maggiormente collocata nel nord del Paese: l’Emilia-Romagna, osservando la mappa, appare solo marginalmente inclusa (e sono comunque escluse le zone che hanno subito i danni maggiori).

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