La denuncia del sindacato dei giornalisti campani: «Di Maio salvato da un amico nell’Odg»

Nel tardo pomeriggio di martedì 29 gennaio il Consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti della Campania ha deciso di stralciare la posizione di Luigi Di Maio dopo le esternazioni pubbliche contro i cronisti pochi istanti dopo la sentenza di assoluzione di Virginia Raggi. L’archiviazione del caso, però, porta dietro di sé alcuni strascichi con dei retroscena che hanno il sapore dell’accusa, neanche tanto velata.

A finire nel mirino, infatti, ci sono i rapporti tra lo stesso Luigi Di Maio e il vicepresidente dell’ordine dei giornalisti della Campania Mimmo Falco. A denunciare l’ambiguità di questa amicizia è stato il Sugc (il Sindacato unitario dei giornalisti campani), con Il Fatto Quotidiano che ha riportato, in un articolo di Vincenzo Iurillo, la loro versione dei fatti che avrebbero portato all’archiviazione del caso. Come noto, il leader del Movimento 5 Stelle è stato rappresentato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Lojacono, uno stimato penalista di Napoli che assiste il vicepremier da cinque anni.

I rapporti tra il vicepremier, il suo legale e Mimmo Falco

Come Luigi Di Maio, anche Lojacono è iscritto all’ordine dei giornalisti pubblicisti dal 2004. Ma la questione diventa delicata per un altro aspetto. Lo stesso avvocato del leader M5S, infatti, è il legale di Mimmo Falco, vicepresidente dell’ordine dei giornalisti campani e lo ha rappresentato anche in un’inchiesta sul suo tentativo di scalata del Sindacato campano, acquistando 150 tessere con 7500 euro in contanti e un plico di moduli già precompilati.

Il figlio del vicepresidente dell’Odg lavora nello staff di Luigi Di Maio

A difendere Mimmo Falco dalla valanga di ricorsi è stato proprio l’avvocato Maurizio Lojacono. Ma non è tutto. Il Fatto Quotidiano riporta come fu lo stesso vicepresidente dell’odg Campania a sottolineare come, nel 2010, un giovane Luigi Di Maio lo sostenne nella sua corsa al vertice dell’Ordine. Finisce qui? Assolutamente no. Il figlio di Mimmo Falco, Luigi Falco, lavora come addetto stampa al Mise, il ministero di Luigi Di Maio. Tutti fattori che spingono il Sugc a una considerazione: «È lecito pensare che il consiglio di disciplina non abbia lavorato serenamente sui ricorsi per l’insulto che Di Maio rivolse ai giornalisti dopo l’assoluzione di Virginia Raggi».

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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