La stoccata di Di Battista: «Renzi non farà cadere il governo. Alle elezioni prenderebbe meno voti di Potere al Popolo»

05/06/2020 di Enzo Boldi

È stato lontano dai riflettori televisivi per molto tempo, lasciando qualche pensiero sparso sui social. Ma il nome di Alessandro Di Battista continua a essere molto forte all’interno del Movimento 5 Stelle, nonostante da oltre due anni lui sia solo – come si è auto-definito lui stesso – un attivista. Questa sera, però, è tornata a parlare rilasciando un’intervista a Peter Gomez nel corso di Sono Le Venti (sul canale NOVE). E Di Battista attacca Renzi per quelle sue posizioni ambigue contro il governo (di cui Italia Viva fa parte sia come maggioranza parlamentare, sia come ministeri rappresentati).

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«Matteo Renzi non conta niente. È un uomo finito che ha avuto il Paese in mano, ha depredato il suo consenso con leggi inaccettabili e ora fa libri, dichiarazioni, interviste» ha detto Alessandro Di Battista nel suo dialogo con Peter Gomez a Sono Le Venti. Eppure i numeri parlamentari di Italia Viva (in particolar modo al Senato) fanno sì che l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del PD abbia un peso non indifferente per le sorti del governo.

Di Battista attacca Renzi che «non conta più nulla»

Ma Alessandro Di Battista va oltre e analizza quelle dichiarazioni del recente passato rilasciate da Matteo Renzi con uno sguardo verso il futuro. Più volte, infatti, Italia Viva ha fatto traballare il tavolo (poco stabile) del governo Conte-2, ma «alla prova del nove si è sempre tirato indietro, perché se si potesse andare al voto prenderebbe meno voti di Potere al popolo, che ha coerenze e idee migliori di Italia Viva». Il tutto dopo averlo paragonato al Pomata, personaggio interpretato da Enrico Montesano nel film cult Febbre da Cavallo.

Il Ponte sullo Stretto

Un altro argomento su cui si sta dibattendo – proprio partendo dalle parole del leader di Italia Viva – è quello del Ponte sullo Stretto. Un’idea a cui anche il Presidente Conte non ha chiuso le porte. Ma Di Battista è laconico anche su questo: «Il ponte sullo Stretto è estremamente costoso e le necessita’ del Paese sono altre. L’Italia avrebbe bisogno di migliaia di cantieri ma per l’opera pubblica più importante di tutte, ossia la manutenzione dell’esistente. I costi che paghiamo per l’inazione sono elevatissimi, queste sono le opere infrastrutturali importanti, non il ponte sullo Stretto».

(foto di copertina: da Sono le Venti, sul canale Nove)

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