Un’altra vittima di Zoom: il deputato canadese nudo durante una seduta parlamentare

Durante lo smart working da pandemia Zoom miete un'altra vittima, stavolta un deputato canadese che è comparso nudo per errore davanti ai colleghi

16/04/2021 di Ilaria Roncone

La storia del deputato nudo Canada su Zoom ha fatto il giro del mondo e le immagini sono arrivate anche qui da noi. Lui si chiama William Amos, ha 46 anni ed è un avvocato ambientale e deputato del Québec esponente del partito liberale. Tutto è accaduto durante una seduta parlamentare via Zoom in cui è intervenuto  anche il primo ministro del paese, Justin Trudeau. Il deputato era andato a correre e, tornando, si è cambiato mentre era in corso la seduta parlamentare alla quale era collegato tramite Zoom dimenticando, evidentemente, la videocamera del pc accesa. Immediate le reazioni dei colleghi e del web, una volta diffuso l’accaduto, con Amos che si è scusato per l’imbarazzante incidente.

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Il deputato nudo Canada su Zoom che fa il giro dei social

Come si vede dalle immagini che girano ancora in rete – condivise anche da giornalisti – il deputato William Amos si è cambiato di fronte alla telecamera lasciando sbadatamente accesa la telecamera. Non sono mancate le battute e nemmeno i rimproveri dei colleghi, che hanno voluto ricordare quanto sia importante essere professionali e utilizzare gli strumenti digitali lavorando da casa con il massimo dell’attenzione. La segnalazione di Amos nudo è arrivata direttamente da alcuni parlamentari in collegamento con lui – e qualcuno non si è lasciato sfuggire la possibilità di fare una foto, che è quella che gira sui social – e il deputato ha poi chiesto scusa via social.

Le scuse del deputato

Le scuse sono state fatte sia in lingua inglese che in lingua francese e Amos ha parlato di uno «sfortunatissimo errore di cui sono ovviamente imbarazzato». Ha raccontato come la webcam fosse rimasta accesa per errore nel momento in cui si stava cambiando dopo essere stato fuori a fare jogging. «Chiedo sinceramente scusa a tutti i miei colleghi, è stato un errore fatto in buona fede e non accadrà più».

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