La FTC Usa ha denunciato un’azienda che vende dati relativi alle ricerche di servizi abortivi

La Federal Trade Commission dimostra di voler proteggere i dati sulle ricerche di luoghi per abortire degli utenti, tutelando la loro privacy

30/08/2022 di Ilaria Roncone

A due mesi dal ribaltamento della sentenza che permetteva di abortire legalmente in Usa, sono dodici gli stati che hanno provveduto a limitare fortemente o eliminare del tutto l’accesso alla pratica di interruzione di gravidanza. La società che la Federal Trade Commission – agenzia governativa che si occupa della tutela dei consumatori – ha citato in giudizio si chiama Kochava Inc. e viene accusata di aver venduto specifici set di dati che potrebbero essere facilmente utilizzati per ritracciare persone che hanno cercato informazioni per accedere a servizi abortivi. Le gestione delle ricerche utenti aborto è una tematica molto dibattuta, attualmente, negli Stati Uniti.

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Le ricerche utenti aborto devono essere tutelate

Se si fanno ricerche per trovare servizi di questo tipi si tratta di una informazione che deve essere tutelata. Questo è quanto punta a ottenere la FTC, come chiarisce il direttore dell’Ufficio per la protezione dei consumatori: «I luoghi in cui i consumatori cercano assistenza sanitaria, ricevono consulenza o celebrano la loro fede sono informazioni private che non dovrebbero essere vendute al miglior offerente – si legge nel comunicato dedicato alla questione – e la FTC sta portando Kochava in tribunale per proteggere la privacy delle persone e fermare la vendita delle loro informazioni sensibili di geolocalizzazione».

I dati raccolti dall’azienda presa in causa riguardano non solo la ricerca di cliniche abortive ma anche di luoghi di culto, rifugi per senzatetto e associazioni che aiutano le donne che subiscono violenza. Tutti dati di geolocalizzazione che rientrano, per l’agenzia governativa, in quella sfera di informazioni relative alla persona classificabili come dati sensibili. Questi dati, una volta venduti, potrebbero facilmente essere usati per identificare i proprietari dei dispositivi tracciati. La richiesta è, quindi, quella di un’ingiunzione permanente che impedisca a Kochava di vendere i dati e imponga di cancellare le informazioni relative alla geolocalizzazione raccolte in precedenza.

L’azienda denunciata sostiene di avere il consenso dei consumatori

L’accusa dell’azienda all’agenzia governativa è quella di fare disinformazione sul loro modo di gestire i dati, affermando di operare nel rispetto di tutte le leggi relative alla privacy degli utenti: «Questa causa mostra la sfortunata realtà che la FTC ha un’incomprensione fondamentale dell’attività del mercato dei dati di Kochava e di altre aziende che si occupano di dati». L’azienda, comunque, afferma di aver già provveduto a fare ciò che serve per monitorare la situazione e bloccare la raccolta e la vendita di dati sensibili.

Secondo l’azienda i consumatori sono consenzienti, ma la verità è che in passato ad alcune persone è capitato di ricevere annunci antiabortisti tarati sulla loro geolocalizzazione in seguito alla ricerca di servizi per abortire. Secondo FTC, i consumatori non sono pienamente consapevoli di come i loro dati vengono utilizzati e dell’accesso alla loro geolocalizzazione.

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