De Raho dopo la sparatoria a Napoli: «La lotta alla camorra non è una priorità per la politica»

La sparatoria di venerdì pomeriggio a Napoli ha riacceso i riflettori sul difficile controllo che lo Stato riesce ad avere nei confronti della criminalità organizzata. La bambina di quattro anni colpita al petto da uno dei proiettili sparati in pieno giorno è ancora ricoverata in gravi condizioni dopo la complicata operazione per rimuovere la pallottola che, dopo averle perforato entrambi i polmoni, era rimasta incastrata tra le sue costole. Uno scenario che racconta, come fatto anche dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, di come la situazione nel capoluogo campano sia quasi medievale.

«Queste sono scene da Medioevo. chi vive a Napoli non può accettare il rischio di essere colpito così o peggio, di veder cadere a questo modo una figlia, un figlio, i più indifesi esposti alle pallottole di una camorra senza freni, disposta a sparare in pieno centro – ha detto De Raho nella sua intervista a La Repubblica -. Non basta mandare più agenti. Dal Viminale serve la risposta dello Stato centrale». Il procuratore nazionale antimafia, infatti, ritiene l’invio di ulteriori forze dell’ordine a Napoli un primo passo, ma non sufficiente per porre un freno a eventi come quello accaduto venerdì pomeriggio in piazza Nazionale.

De Raho e il Medioevo di Napoli dopo la sparatoria

Serve dare un chiaro segnale della presenza dello Stato sul territorio, per non lasciare alle bande criminali della criminalità organizzata il pieno controllo di interi quartieri e zone che – come raccontano le cronache quotidiane – sono teatro di episodi di violenza, spaccio e usurpazione. «Si deve andare nei quartieri ogni giorno, controlli in casa e mega perquisizioni degli isolati, casa per casa, piazza di spaccio per piazza di spaccio – ha proseguito De Raho -. Scardinare nella sua arroganza la presenza criminale. Mentre continua il lavoro di intelligence. Le due direzioni con risorse adeguate».

Per la politica la lotta alla camorra non è una priorità

Il procuratore nazionale antimafia, poi, lancia un allarme sull’atteggiamento della politica nei confronti della Camorra e delle altre organizzazioni malavitose: «A parte pochissime eccezioni, non viene considerata una priorità (la lotta alla criminalità organizzata, ndr). Non penso che esista una borghesia mafiosa, ma la politica dovrebbe essere quel filtro indispensabile per il contrasto. Non solo a livello giudiziario, ma anche civile alla penetrazione delle mafie».

(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI + ANSA / CIRO FUSCO)

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