Secondo il rapporto della ICCL, i dati degli europei vengono condivisi 376 volte al giorno nelle vendite pubblicitarie

Johnny Ryan, ricercatore dell'ICCL, ha dichiarato: «Ogni giorno il settore RTB tiene traccia di ciò che stai guardando, non importa quanto privato o sensibile, e registra dove vai».

17/05/2022 di Martina Maria Mancassola

Secondo il Rapporto della ICCL (Irish Council for Civil Liberties) sull’ampiezza delle trasmissioni di dati sulle offerte negli Stati Uniti e in Europa, i dati sugli utenti di Internet vengono condivisi centinaia di volte al giorno mentre le società fanno offerte per slot pubblicitari online. Lo studio ha individuato che i dati dell’utente europeo in media vengono condivisi  376 volte al dì. La cifra, poi, sempre secondo il Rapporto, aumenta a 747 volte al giorno per gli utenti con sede negli Stati Uniti.

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I dati sugli utenti vengono condivisi centinaia di volte al giorno: ecco che cosa ha scoperto il Rapporto ICCL

Si sa, le entrate derivanti dalla pubblicità digitale sono ciò che permette di mantenere gratuita la maggior parte dei servizi internet. L’Irish Council for Civil Liberties è attualmente impegnata in un’azione legale con l’industria della pubblicità digitale e la Commissione per la protezione dei dati per una violazione dei dati di grandissime dimensioni. L’ICCL sostiene che nessuno ha mai espressamente acconsentito a tale pratica. I dati degli utenti vengono condivisi tra broker che agiscono per conto di chi intende inserire annunci pubblicitari, mentre altri li leggono. I marchi negli annunci stessi non risultano coinvolti. Tale condivisione illegittima di dati comprende informazioni sul dispositivo su cui viene caricata la pagina, alcuni dettagli sulla geolocalizzazione di quel dispositivo e altre informazioni, per esempio i siti web visitati in precedenza e le tematiche coinvolte. Tutto questo viene utilizzato per trovare ed ottenere l’offerente più pertinente per lo spazio pubblicitario sulla pagina. E ciò avviene in automatico.

Tuttavia, le informazioni di identificazione personale non sarebbero incluse, ma gli attivisti sottolineano che il volume dei dati è una violazione della privacy a tutti gli effetti. Secondo il dottor Johnny Ryan, ricercatore presso l’ICCL: «Ogni giorno il settore RTB [Real Time Bidding] tiene traccia di ciò che stai guardando, non importa quanto privato o sensibile, e registra dove vai. Questa è la più grande violazione dei dati mai registrata. E si ripete ogni giorno». E i dati del rapporto dell’ICCL non comprendono i numeri di due colossi delle entrate pubblicitarie: Meta e Amazon. La fonte dei dati (non ancora a disposizione del pubblico) sarebbe un feed di Google che copre un periodo di 30 giorni. La società Google è stato contattata dalla BBC per un commento. In breve, il Rapporto afferma che i dati su ciò che sono soliti fare gli utenti web statunitensi vengono condivisi nei processi di vendita di annunci 107 trilioni di volte all’anno, mentre quelli degli utenti europei 71 miliardi di volte. Ancora, i dati dei singoli utenti del web tedeschi vengono condivisi una volta ogni minuto che sono online, utilizzando un calcolo basato su delle medie. Parmy Olson, giornalista tecnologica, scrivendo per Bloomberg, ha affermato: «Se l’esaurimento dei nostri dati personali potesse essere visto nello stesso modo in cui l’inquinamento può essere visto, saremmo circondati da una foschia quasi impenetrabile che diventa più densa man mano che interagiamo con i nostri telefoni».

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