Le app di viaggi che si alimentano con i nostri dati
Una ricerca di Cybernews ha messo in evidenza un comportamento "poco consono" delle principali applicazioni mobile del settore
15/06/2024 di Redazione Giornalettismo
Miliardi di persone in tutto il mondo hanno scaricato, almeno una volta, una delle principali app dedicate ai viaggi, al turismo e alla mobilità. Questa applicazioni, però, non sono molto trasparenti per quel che riguarda il tracciamento dei dati degli utenti e dei dispositivi. C’è chi “è affamato” di tutti i dati possibili e immaginabili e chi, inoltre, non dichiara all’utente che – per esempio – una volta effettuato il download dagli store digitali, la geolocalizzazione sarà attiva di default. Si tratta di un problema non da poco, considerando quanto sono preziosi questi elementi e quanto sia in pericolo la nostra privacy.
Dati app di viaggi, il tracciamento senza autorizzazione
Una ricerca condotta dal team di Cybernews ha messo in evidenza tutte queste storture che, spesso e volentieri, avvengono all’insaputa dell’utente che scarica e utilizza un’app di viaggi. Il caso più emblematico è Booking, l’applicazione mobile più diffusa al mondo tra le 22 prese in esame in questa inchiesta. La prima in tutto, anche per quel che riguarda il numero di dati collezionati. E c’è anche un altro problema: nella descrizione sugli store digitali, non si fa riferimento alla geolocalizzazione. Peccato che tra tutto ciò possa avvenire, senza che l’utente ne sia a conoscenza.
Il viaggio tra le app di viaggi ha portato a individuare moltissime altre problematiche, praticamente tra tutte le realtà prese in esame. Una quantità enorme di dati catturati e collezionati dalle applicazioni, anche se non sono strettamente necessari al funzionamento delle stesse. Ce n’è una che, per esempio, accede al file System del dispositivo. Come difendersi? Ricordiamo che il potere di proteggere i nostri dati è nelle nostre mani. Bastano alcune semplici accortezze (come il controllo preventivo negli store digitali e quello sulle autorizzazioni da concedere) per tutelare la nostra privacy da questa invasività non richiesta.
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