Il caso Booking: ti geolocalizza senza dirtelo
La famosa app di viaggi e alloggi, scaricata da centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo, è quella che colleziona più dati. In alcuni casi, non avvisa gli utenti
12/06/2024 di Enzo Boldi
Qualche giorno fa, Giornalettismo ha analizzato le dinamiche del cosiddetto “turismo digitale”. Un fenomeno che, negli ultimi anni, è diventato un elemento trainante per quel che riguarda il settore dei viaggi in tutto il mondo. Moltissime persone, infatti, utilizzano soluzioni digitali (dai portali aggregatori alle relative app) per pianificare e organizzare una vacanza. Ci sono, però, alcune applicazione a fruizione gratuita che tengono traccia di una serie infinita di dati, come nel caso di Booking. Tutto “legittimo”? Più o meno, visto che ci sono alcune evidenze che fanno emergere diverse pecche (per usare un eufemismo) in termini di trasparenza.
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Piccola premessa. Lo scorso 13 maggio, la Commissione Europea ha designato ufficialmente Booking (l’azienda olandese che gestisce Booking.com e la sua app per iOS e Android) come gatekeeper ai sensi del Digital Markets Act, la legge sui mercati digitali nello Spazio Economico Europeo. Dunque, sulla piattaforma devono essere applicate le regole più stringenti per poter operare nel Vecchio Continente. Tra questi princìpi c’è anche quello della trasparenza.
Dati Booking, cosa traccia senza avvisare gli utenti
E Booking rispetta questo aspetto fondamentale? Secondo una ricerca effettuata da Cybernews – basata sull’analisi dei dati raccolti da 22 tra le principali app di “viaggio” (in senso esteso) per Android (attraverso il Play Store di Google) -, la risposta a questa domanda è no. Innanzitutto, viene evidenziato come Booking sia l’applicazione – tra quelle prese in esame – più affamata di dati. Raccoglie praticamente di tutto, ma il problema non è solamente questo. Durante questa inchiesta digitale, è stato messo in evidenza un aspetto molto preoccupante: Booking non dichiara all’utente di raccogliere dati sulla sua geolocalizzazione, nonostante lo faccia di default.
Cosa dice sul Play Store
L’evidenza arriva andando sulla pagina di “Booking.com: Hotels & Travel” all’interno del Play Store per i dispositivi Android e cliccando sulla voce “Sicurezza dei dati“, ovvero quello spazio dedicato alla trasparenza sul trattamento dei dati dell’utente.
Come si evince da questo elenco, non si fa alcun riferimento ai dati di geolocalizzazione. Dunque, una volta scaricata l’applicazione non ci dovrebbe essere – di default – il trattamento dei dati legati alla posizione geografica dell’utente/dispositivo. La realtà, però, racconta l’opposto: come impostazione predefinita, l’app raccoglie quella tipologia di dato.