Anche l’app di viaggi che raccoglie meno dati non è così “trasparente”

Si chiama Travelstart ed è l'azienda ha sede in Sudafrica. È quella meno dativora, ma ha molte lacune per quel che riguarda la trasparenza

12/06/2024 di Enzo Boldi

È l’app di viaggi che si è piazzata in fondo alla classifica tra quelle che si cibano di un elevato numero di dati utente. Nonostante questo, l’app Travelstart è una di quelle che ha più problematiche a livello di trasparenza, ovvero una di quelle che non dichiara all’utente – che effettua il download attraverso un negozio digitale (nel caso in analisi, il Play Store di Google per i dispositivi Android) – quali dati sono realmente collezionati e condivisi.

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Travelstart è un portale (con annessa applicazione mobile) nato in Svezia nel 1999 e che opera nei mercati emergenti (a livello di turismo) del Continente Africano: Sud Africa, Botswana, Kenya, Namibia, Nigeria, Tanzania, Turchia e Zimbabwe. L’applicazione viene descritta, all’interno del Play Store di Google, come quella migliore per organizzare e pianificare un viaggio in quelle zone, soprattutto per la scelta di soluzioni economiche, ma di qualità, a tutto tondo:

«Scarica l’app di viaggio numero 1 in Africa e sperimenta un mondo in cui viaggiare sarà sempre migliore, più economico, più veloce e più semplice. Con voli, hotel, automobili e autobus e tutto in un unico posto, puoi goderti le migliori prenotazioni di viaggio mentre sei in movimento».

Questi dettagli non sono oggetto della nostra analisi. Quel che più ci interessa sono i dati che l’applicazione traccia, nonostante non lo dichiari.

App Travelstart, pochi dati e pochissima trasparenza

Scorrendo lungo la pagina “Sicurezza dei dati” sul Play Store, Travelstart sostiene di non condividere dati con terze parti e di raccogliere, in modo facoltativo, solamente l’indirizzo mail per “Analisi, pubblicità, marketing e gestione dell’account”.

Questo rende l’app Travelstart la meno dativora tra le 22 prese in esame dal team di Cybernews. Dunque, sembra essere l’applicazione più “incline” al rispetto della privacy dell’utente. Ma è realmente così? L’analisi racconta il contrario.

Cosa raccoglie senza dirlo?

Come accaduto già con la più nota (e scaricata) Booking, anche Travelstart raccoglie i dati sulla geolocalizzazione del dispositivo/utente senza avvisarlo. Stesso discorso vale per la mancata trasparenza sull’accesso alla fotocamera. E non finisce qui: altre problematiche – sempre relative alla divulgazione di ciò che, in realtà, può fare questa app di viaggi – sono relative alla possibilità di accedere e leggere i file archiviati sul dispositivo su cui è installata l’app mobile: gli sviluppatori non annunciano che questo possa avvenire. Nonostante queste problematiche, a livello di trasparenza, Travelstart – scaricata oltre un milione di volte in tutto il mondo – resta (tra le 22 prese in analisi da Cybernews) quella “meno affamata” dei dati degli utenti.

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