Com’è messa l’Italia a proposito del cybercrime? Il dossier del Viminale

Il dossier del Viminale, pubblicato in occasione della tradizionale riunione del 15 agosto, contiene una sezione dedicata al cybercrime in Italia e i numeri non sono piacevoli

16/08/2021 di Giorgia Giangrande

Quest’anno si è svolta a Palermo la tradizionale riunione del 15 agosto del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che – come riportato sul documento ufficiale – «offre un quadro riassuntivo delle attività e delle iniziative di tutte le componenti del ministero dell’Interno». I dati sono relativi all’arco temporale che parte dal 1° agosto 2020 e arriva al 31 luglio 2021 e alcuni di questi dati fanno riferimento alla questione cybercrime in Italia, ovvero a quella forma di criminalità evolutasi al digital.

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Sicurezza informatica vuol dire anche cybercrime in Italia

Il dossier del Viminale del 2021 consta di 55 pagine ed è suddiviso in cinque differenti capitoli, alcuni dei quali contengono dati molto importanti sulla cybersicurezza e sulle molteplici forme di violenza che – specie negli ultimi anni – passano sempre più attraverso il web.

Nella sezione relativa alla delittuosità, i delitti informatici nell’ultimo anno sono aumentati del 27,3%, per un totale di oltre 202 mila casi. Mentre, in quella dedicata alla sicurezza informatica, si segnalano quasi 5 mila attacchi rilevati e oltre 102 mila alert diramati; nell’ambito dell’antiterrorismo, sono 61 mila i contenuti web monitorati e 208 quelli oscurati. Una sezione del dossier è poi dedicata alla pedopornografia online, a proposito della quale – nell’ultimo anno – i siti presenti in blacklist sono stati 2490, le perquisizioni 1317, gli arresti 144 e i denunciati 1541.

La discriminazione passa dal web

A sostegno di quanto assistiamo giorno per giorno frequentando i vari social media, anche il rapporto del ministero degli Interni fa riferimento alle segnalazioni contro gli atti discrimatori che nascono e si sviluppano sul web. Delle 416 segnalazioni, 87 sono relative al web. Invece, per quanto riguarda gli atti intimidatori, dei 110 giornalisti minacciati nel 1° semestre del 2021, 55 di questi hanno ricevuto le minacce tramite il web e la percentuale di aumento è pari all’11,1% rispetto al primo trimestre del 2020.

Tutti i dati fin qui riportati e commentati sono in positivo rispetto a quelli contenuti nello stesso documento dell’anno precedente. Però, delle tante accezioni del termine «positivo», questa è la peggiore. Una percentuale in aumento, quando si tratta di criminalità, non è mai un fatto «positivo».

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