Ma si può davvero guadagnare con un blog?

Viaggio nell'esperienza di impresa più immediata per qualsiasi creator

23/02/2021 di Gianmichele Laino

L’argomento è talmente in evoluzione che dire cos’è un blog oggi rischia già di essere superato domani. Il 23 dicembre 1998 è la data che simbolicamente ha dato il via a quella che, all’inizio, sembrava solo una tendenza e che poi, per certi versi, è diventata un vero e proprio mestiere: il commerciante americano Jorn Barger era un appassionato di caccia e amava condividere con altre persone quello che, in rete, trovava a proposito del suo hobby. Inizialmente, il blog si chiamava weblog e sintetizzava molto più letteralmente il compito di queste nuove forme di comunicazione: il web blog, infatti, altro non era che il registro web o una sorta di diario di tutti le notizie che si volevano raggruppare intorno a un determinato argomento.  Soltanto in un secondo momento la parola fu contratta – con quel fenomeno tipico che è l’economicità della lingua inglese: ecco, dunque, cosa significa blog, una parola che a molti suona ancora come misteriosa.

LEGGI ANCHE > Cosa sono gli haters? Viaggio in una deviazione del web

Cos’è un blog e come si è evoluto nel tempo

Misteriosa perché non c’è un blog che sia uguale all’altro. Certo, oggi alcune piattaforme facilitate per creator fanno in modo che i suoi template siano più o meno simili (basta usare WordPress o Winx per creare un proprio blog in pochi e rapidi passaggi: grazie ai temi preimpostati, avere subito a disposizione una certa interfaccia è decisamente semplice e ti permette di andare online in pochissimo tempo). Ma la vera differenza in un blog è fatta dal contenuto: non si può pensare di impostare un progetto nuovo di zecca se non si ha un argomento di cui scrivere o uno stile di scrittura a proposito di un certo argomento diverso da tutti gli altri.

Con il tempo, la formula del blog si è evoluta, ispirando piattaforma che sono diventate poi celebri quasi come prodotto a sé. Pensate a Twitter, ad esempio. Altro non era che un aggregatore di micro-blog, in cui le persone – attraverso il proprio account – potevano esprimere pensieri molto stringati in 140 caratteri (poi diventati 280). Ma il principio è stato seguito da altri social network. Diciamo che oggi siamo abituati a un’altra idea di blog: li percepiamo come contenitori, il più delle volte verticali, all’interno dei quali l’autore trova lo spazio per poter esprimere liberamente le proprie opinioni, pubblicandole in rete senza un editore alle spalle e potendo contare su una audience potenzialmente pari a tutti gli utenti di internet.

È chiaro che, in un contesto del genere, la selezione naturale sia piuttosto feroce. Ma i progetti vincenti, anche se non finanziati da potenti etichette o da mecenati con ampia disponibilità di denaro, possono emergere in qualunque momento. Molte persone hanno ottenuto successo proprio grazie ai loro blog: c’è chi ne ha fatto un vero e proprio brand, chi invece si è fatto attirare dalle lusinghe dei grandi editori per trasferire il proprio blog su un sito di news più tradizionale. La domanda, in ogni caso, che molto spesso affolla le menti degli utenti della rete che si chiedono cos’è un blog è la seguente: quanto si guadagna con un blog?

La gente crede che sia semplice guadagnare con un blog

In verità, vivere del proprio lavoro attraverso un blog non è una cosa semplice. Probabilmente, chi si pone questa domanda ha in mente il caso limite di Chiara Ferragni che, con il proprio blog The Blonde Salad è riuscita a fatturare 10 milioni di euro nel solo 2016. L’universo dei blogger o degli aspiranti tali è molto frastagliato: decisamente old, ormai, la differenza tra blog tradizionale e vlog (ovvero i blog interamente basati sui video), oggi si cerca di integrare sempre più mezzi di comunicazione all’interno di un progetto. Dal testo, al video, passando per il podcast (che oggi si utilizza in maniera più organica di un tempo), sono tanti gli elementi che servono a creare un progetto di successo.

La sensazione è che chi ha blog seguiti da moltissimi utenti sia sempre di più un opinion-leader: chi esprime con forza le proprie idee, chi presenta dei ragionamenti originali, chi offre dei contenuti che non si possono ritrovare altrove o che altrove si trovano difficilmente. Per un certo periodo di tempo, hanno funzionato molto bene i blog che hanno prodotto notizie virali, ma oggi la diffusione di questo tipo di contenuto sembra essere penalizzata dagli algoritmi sia di Google, sia delle piattaforme social. Perché sia Google, sia Facebook (o Twitter, o Instagram, ad esempio) sono degli elementi indispensabili per il successo di un blog: il primo bada molto al piazzamento SEO su determinati tag (o argomenti), cosa che permette all’utente medio di internet di raggiungere il blog attraverso il motore di ricerca; il secondo offre una vetrina interessante ai contenuti dell’autore che, magari, proprio sui social network riesce a crearsi una community molto forte con la quale riesce a comunicare più facilmente.

A cosa serve un blog

Avere un forte posizionamento tra gli opinion leader significa attirare le attenzioni dei grandi marchi. Qualche esempio per farvi capire a cosa serve un blog: se vuoi parlare di cucina e riesci a farlo con un linguaggio completamente innovativo, allora è molto semplice che brand di prodotti alimentari (o agenzie che curano la comunicazione di questi brand) siano disposti a pagare pur di avere inserzioni sul tuo blog. Ma lo stesso vale per chi opera in qualsiasi altro settore, dalla moda allo sport, passando per la fotografia, per l’informatica, per il mondo delle news. E poi vale una regola aurea: più un blog si occupa di un settore specializzato, più probabilità ha di affermarsi all’interno di quello specifico settore. Di conseguenza, più possibilità ci sono di entrare nelle grazie di investitori e inserzionisti.

I blog, in generale, aprono spazi di confronto con i lettori già al loro interno, con una sezione dedicata ai commenti e alle interazioni. Oggi, però – visto il protagonismo sempre più pronunciato degli utenti dei blog -, è molto difficile l’opera di moderazione attraverso i commenti. Perciò, i progetti più recenti tendono – come dicevamo poco fa – a sfruttare maggiormente i social network per questo scopo. Dire oggi cos’è un blog, insomma, è parlare di una vera e propria impresa editoriale strutturata, che va curata, che va coltivata giorno dopo giorno, che va resa esclusiva, a cui va data una veste grafica accattivante.

Share this article