Torino, continua la psicosi coronavirus con aggressioni a cittadini di origine cinese

Una donna sui 40 anni di origine cinese è stata aggredita in pieno centro e in pieno giorno nella città di Torino. La scorsa settimana era toccato a una coppia di giovani, sempre di origine cinese, aggrediti in tarda serata mentre rientravano da lavoro in una zona della periferia nord della città. La donna è finita in ospedale dopo calci e pugni e ha deciso di sporgere denuncia. La ragione? Il coronavirus, ovviamente. La notizia arriva nella giornata in cui apprendiamo che il primo morto, Adriano Trevisan, non ha avuto contatti con persone cinesi né con persone che sono state in Cina nell’ultimo periodo. Ecco la storia di razzismo dietro un gesto ingiustificabile.

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Donna cinese aggredita a Torino, cosa è successo

Si chiama Hu ha e vive a Torino dal 1997. La donna, che gestisce un bar, è stata aggredita attorno alle ore 17 di giovedì scorso. A colpirla ripetutamente con calci e pugni sono stati un uomo e una donna tra i 30 e i 40 anni, ha riferito. Hu ha parla italiano perfettamente, è ben integrata e si è costruita una vita in Italia ma ciò non ha impedito che finisse in ospedale con prognosi di sette giorni. «Cinese di merda, virus, vai via da Torino»: queste le parole che si è sentita rivolgere, come riportato da La Stampa. Da brividi il resto del racconto:

Ho provato a spiegare che anche se sono cinese non vuol dire che abbia il coronavirus. Gli ho detto di smetterla, altrimenti avrei chiamato la polizia. Ho preso il cellulare ma ho composto solo 1 e 1. Prima che finissi di digitare il numero di emergenza quella donna mi ha sferrato una manata sul collo e mi ha colpita con calci e pugni. Poi mi ha presa per il collo di nuovo. Mentre lei mi picchiava l’uomo continuava ad inveire

La sindaca Appendino condanna il gesto

 

 

Ferma la condanna di Chiara Appendino, sindaca di Torino. Parla di un «gesto di rara violenza» ai danni di una «nostra concittadina» e di una Torino in cui «non può esserci spazio per questi comportamenti». Non manca di mandare un abbraccio alla donna da parte sua e da parte di tutta la città.

(Foto copertina da Pixabay)

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