Il caso Giappone (il Paese che ‘aveva risolto tutto con l’Avigan’) che ha prolungato lo stato di emergenza fino al 31 maggio

07/05/2020 di Enzo Boldi

Intorno a metà marzo, attraverso un video diffuso sui social network, in molti avevano parlato del caso Giappone che – secondo quella narrazione, che la storia ha poi smentito – aveva trovato il rimedio per gestire l’emergenza Coronavirus grazie a un medicinale: l’Avigan. È passato oltre un mese e mezzo da quella discussione che aveva portato anche l’Aifa a parlare di mancanza di evidenze scientifiche sulla reale efficacia del prodotto e il Coronavirus in Giappone è tornato a fare paura. Il governo nipponico, infatti, ha deciso di prolungare lo stato di emergenza fino al 31 maggio.

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Secondo le prime indicazioni date dal premier Shinzo Abe, lo stato di emergenza dichiarato lo scorso 7 aprile si sarebbe dovuto concludere martedì 5 maggio. I contagi – e il numero di morti – però, hanno costretto il governo giapponese a prorogare le misure restrittive fino al 31 maggio. Una decisione ritenuta inevitabile per non consentire al virus di proliferare, creare nuovi focolai e provocare altri decessi.

Coronavirus in Giappone, ma non c’era l’Avigan?

I numeri del Coronavirus in Giappone sono più bassi rispetto all’Italia e agli altri Paesi maggiormente colpiti dal Sars-CoV-2: si parla di poco più di 15mila contagiati e circa 500 vittime. Ma la realtà che ci veniva raccontata in un video in cui si parlava del miracoloso Avigan – che ‘costa poco e per questo non ce lo dicono’ – viene barbaramente smentita dalla decisione di Shinzo Abe. Perché appare evidente in tutto il mondo che ancora ci siano difficoltà nel trovare una cura efficace – nonché un vaccino, l’unica forma di prevenzione rispetto a qualsiasi virus -, e i nipponici non fanno eccezione.

Lo stato di emergenza fino al 31 maggio

La storia del Coronavirus in Giappone dovrebbe servire da esperienza, affinché non si creda a tutto quel che viene propinato sui social o attraverso chat Whatsapp. La scienza ha degli step da compiere prima di poter aprire le porte a cure e farmaci realmente efficaci. Evidentemente, vista la decisione del governo nipponico, l’Avigan non lo era.

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