L’emendamento sulla consegna volontaria del green pass al datore di lavoro
Il DL 127/2021 è in fase di conversione al Parlamento: sono previste modifiche e alcune sono molto rilevanti
12/11/2021 di Redazione
Dopo l’approvazione in consiglio dei ministri del decreto legge sul green pass anche per avere accesso ai luoghi di lavoro, il DL 127/2021 è in fase di conversione in legge in parlamento. Per questo motivo, alcune modifiche verranno proposte dai parlamentari, prima di dare al documento normativo una sua versione definitiva. Da questo punto di vista, una delle modifiche più importanti riguarda la consegna green pass volontaria da parte del lavoratore al suo datore di lavoro o all’addetto individuato all’interno dell’azienda o dell’ente per il controllo delle certificazioni verdi.
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Consegna green pass volontaria da parte del lavoratore, come funziona
Ricordiamo che dal 15 ottobre, per accedere ai luoghi di lavoro, è obbligatoria l’esibizione del green pass. In questa circostanza, è il datore di lavoro – attraverso l’app Verifica C19 (o attraverso una piattaforma apposita per la scuola) – o la persona indicata all’interno dell’azienda a verificare il green pass del singolo lavoratore. Una sorta di rituale continuo, che potrebbe provocare – soprattutto nei casi di controlli plurimi – disagi e grandi perdite di tempo. Per questo motivo, un emendamento in discussione prevede che – nel caso di volontarietà da parte del lavoratore – potrebbero sussistere gli estremi per la consegna del proprio green pass al datore di lavoro, in modo tale da evitare i controlli ripetuti e costanti.
Questo emendamento, tuttavia, prevede un aggiornamento rispetto al trattamento dei dati personali preesistente. In cosa consisterebbe? Nella sistemazione della dinamica della raccolta e della conservazione del green pass stesso. Il Garante della Privacy, al momento, non prevede una raccolta e una conservazione del green pass, e l’app Verifica-C19 è costruita appositamente per non lasciare una traccia concreta rispetto al singolo controllo. Dunque, occorrerà valutare innanzitutto il progredire in aula dell’emendamento e poi valutare la reazione del Garante per la protezione dei dati personali.
In merito alla questione si è espresso anche il Garante Privacy
L’assenza di verifiche durante il periodo di validità della #CertificazioneVerde non consentirebbe di rilevare eventuali positività dell’intestatario, eludendo le finalità di salute pubblica e ponendosi in contrasto col principio di esattezza del trattamento dati #GarantePrivacy
— Garante Privacy (@GPDP_IT) November 12, 2021
«L’emendamento al DL 127/21 è in contrasto con il Regolamento UE sul #GreenPass – scrive il Garante su Twitter – che prevede la non conservazione dei dati, e non è compatibile con la risoluzione 2361 del Council of Europe su possibili discriminazioni per la scelta vaccinale, e con la normativa giuslavoristica». Il Garante fa presente, quindi, che «l’assenza di verifiche durante il periodo di validità della #CertificazioneVerde non consentirebbe di rilevare eventuali positività dell’intestatario, eludendo le finalità di salute pubblica e ponendosi in contrasto col principio di esattezza del trattamento dati #GarantePrivacy».