Sono spariti i confronti televisivi tra politici: tutto figlio del no a Porta a Porta al duello Letta-Meloni?

È l'idea di Mario Morcellini, esperto di comunicazione politica e già membro dell'Agcom

13/09/2022 di Redazione

L’annuncio di Sky, che ha programmato per domani 14 settembre una maratona elettorale con Bonino, Calenda, Conte Fratoianni, Letta, Meloni, Salvini e Tajani, fa seguito a quella che sembra essere l’impostazione del confronto politico televisivo in questa campagna elettorale per le elezioni 2022, che si terranno il prossimo 25 settembre. Ovvero, quella di rinunciare completamente al confronto, al dibattito vero e proprio, per preferire – invece – la modalità di interviste singole, senza contraltare, con il giornalista come unico interlocutore. Secondo Mario Morcellini, che ha rilasciato delle dichiarazioni al Corriere della Sera, tutta questa impostazione è figlia del peccato originale di aver impedito, in qualche modo, il confronto televisivo a Porta a Porta tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta, con una delibera di Agcom (autorità di cui lo stesso Morcellini aveva fatto parte in passato).

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Confronti politici in tv, perché sono spariti

Secondo Morcellini, limitare i confronti in televisione significa, in qualche modo, favorire l’astensionismo. Il format scelto – anche da Sky, ma nei prossimi giorni nelle trasmissioni Rai che ospiteranno le tribune politiche – probabilmente andrà verso questa direzione. Parziale eccezione è quella dei giornali che – come il Corriere della Sera nella giornata di ieri – hanno comunque intercettato il bisogno dell’elettorato di accogliere un confronto a due, quantomeno dei leader delle due coalizioni più accreditate in sede di sondaggio per il voto del 25 settembre.

Visto, dunque, che questo bisogno sussiste, è incredibile come la Rai – a dieci giorni dalle elezioni – non abbia ancora pensato al modo di organizzare un confronto tra i leader delle principali coalizioni: se non si può fare un duello tra Letta e Meloni, perché non si cerca di coinvolgere anche Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Luigi De Magistris? Quattro/cinque leader politici in uno studio televisivo non sono difficili da mettere insieme. Tutto il resto è strategia.

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