Quanto conta la digitalizzazione nel programma del M5S
I cittadini di un'Italia che punta alla digitalizzazione devono avere ben presente quale sia l'offerta di partiti e coalizioni in tal senso: ecco quella del Movimento 5 Stelle
13/09/2022 di Ilaria Roncone
Il programma Movimento 5 Stelle elezioni 2022 gira attorno il concetto dello stare “dalla parte giusta”. I punti cardine espressi nella pagina introduttiva dalla quale si può scaricare il programma sono, per molti versi, simili a quelli espressi nel programma del PD. Della parola “digitalizzazione” – che stiamo rintracciando nei programmi dei partiti e delle coalizioni in corda il 25 settembre – non c’è traccia nella pagina introduttiva mentre nel programma “digital” e tutti i termini che ne derivano compaiono sette volte nelle tredici pagine. Quanto spazio c’è per la digitalizzazione programma M5S?
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Il ruolo della digitalizzazione per il Movimento 5 Stelle, tra PA in cloud e diritti digitali
Il programma del M5S conta – come già anticipato – tredici pagine e, rispetto a quello del PD, risulta essere più scarno di informazioni poiché si è scelto di fare un elenco di questioni e persone di cui il partito vorrebbe prendere le parti. Dal fisco più leggero ai lavoratori, passando per donne, giovani e imprese, il digitale trova spazio a pagina numero 11 nella sezione “Dalla parte delle nuove tecnologie: per un paese digitale e moderno”.
I punti cardine che vedono il digitale protagonista sono la stesura di una “Carta dei diritti digitali” che sancisca l’accesso alla rete come diritto costituzionale e una copertura con band ultralarga a livello nazionale. Anche il Movimento 5 Stelle, come il PD, mette al centro il diritto del cittadino di disporre dei propri dati menzionando la Banca dati digitale nazionale con cui garantire il diritto di ognuno all’autodeterminazione informativa, ovvero la possibilità di verificare in che modo vengono utilizzate le informazioni personali.
C’è anche la Pubblica Amministrazione in Cloud, che punta a una digitalizzazione definita «radicale» e affiancata a «dematerializzazione e
interoperabilità» con «ampliamento Smarter Italy» (si tratta di un programma promosso da vari ministeri che punta a accelerare la crescita del paese a partire da quattro aree di intervento che sono smart mobility, beni culturali, salvaguardia ambientale e benessere delle persone).
La tecnologia digitale dovrebbe trovare una propria collocazione che punti al miglioramento in un piano industriale ben definito (si parla di «manifattura digitale, fintech, valute digitali, intelligenza artificiale e robotica, agrifoodtech, aerospazio, web3, semiconduttori, scienze della vita, creazione di contenuti digitali, metaverso, fino ad arrivare a frontiere come nanotecnologie e quantum computing»). C’è poi tutta una parte dedicata a finanziamento delle startup e delle imprese innovative che con il digitale hanno a che fare e di sostegno dell’insegnamento delle materie STEM (che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics) sin dai primi gradi scolastici.
Digitalizzazione programma M5S: in conclusione?
Tra ambiente e istituzioni, un nuovo sistema dell’informazione che tenga lontano i partiti e i diritti, la digitalizzazione programma M5S trova parecchio spazio in diversi ambiti ma mancano – come praticamente sempre succede nelle proposte politiche pre-elettorali – informazioni concrete e puntuali, oltre le intenzioni, rispetto a dove e come dovrebbero essere recuperati i soldi necessari per tutti questi provvedimenti. Il Movimento 5 Stelle sembra dimostrare una consapevolezza piena della necessità di investire nel digitale non spiegando, però in che modo dovrebbe essere possibile farlo.
(Immagine copertina: Foto IPP Pizzi Paolo)