Il Commissario Montalbano, la presentazione dei nuovi episodi con Luca Zingaretti | Video

In Rai oggi si è consumato Il Commissario Montalbano Day con la presentazione dei nuovi due episodi del personaggio letterario nato dalla penna di Andrea Camilleri e portato sullo schermo da Alberto Sironi. Non poteva quindi  non esserci un riferimento ai due padri del Commissario Montalbano, sia dal punto di vista letterario, sia dal punto di vista della sua riproduzione in televisione, vista la loro tragica scomparsa avvenuta lo scorso anno. Luca Zingaretti insieme al ricco cast composto tra gli altri dai volti storici Sonia Bergamasco e Peppino Mazzotta ha presentato oggi a viale Mazzini i due nuovi episodi del Commissario Montalbano, che andranno in onda su Raiuno dal 9 marzo 2020 e per la prima volta in anteprima al cinema il 24,25 e 26 febbraio. Successivamente, dal 23 marzo in poi, andranno in onda le repliche degli episodi precedenti. L’incasso dell’uscita cinematografica, ha annunciato Carlo Degli Esposti, sarà devoluto interamente in beneficenza all’Ospedale Spallanzani e alla Onlus del Sant’Andrea.

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Il Commissario Montalbano i nuovi episodi, parola ai protagonisti

L’incontro si è aperto con un toccante video di Andrea Camilleri, ricordato con un’intervista rilasciata a Vincenzo Mollica prima di morire in cui spiega cosa rappresenta Il Commissario Montalbano: “Montalbano unisce l’Italia è sarebbe bello fosse unita per altro. Questa cosa stupisce anche me, ma Montalbano rappresenta l’italiano medio che si muove bene nella vita. Forse gli italiani si riconoscono e quindi è bello. Montalbano ha una lealtà di fondo e fa sì che la sua realtà primeggi su qualsiasi altra cosa, sia nei rapporti con i superiori, sia in quelli con gli indagati. È difficile che sia sleale nella conduzione dei messaggi e nella conduzione della sua vita. La ricerca di una verità relativa, sapendo benissimo che esistono diverse verità, è rappresentata dal fatto che il risultato di indagine non sempre combaci con quello giudiziario. A Montalbano interessa raggiungere una sua verità”.

Luca Zingaretti è parso visibilmente commosso alla presentazione de Il Commissario Montalbano, data l’assenza di due punti di riferimento e amici quali sono stati Andrea Camilleri e Alberto Sironi: “Ci tengo a precisare che è il primo anno senza non solo un padre letterario e un mio professore in accademia, ma anche senza Alberto Sironi che è un grande amico e un complice di questi 20 anni. Siamo andati al fronte insieme e abbiamo combattuto tante battaglie — ha detto Luca Zingaretti, che ha diretto i due nuovi episodi della serie televisiva più amata del nostro Paese raccogliendo il testimone dal regista scomparso -. Lui ha trasformato il materiale di Andrea Camilleri in qualcosa di ottimo per la televisione, perché anche film tratti da capolavori hanno deluso al cinema alcune volte. Se noi abbiamo ritrovato l’anima di Montalbano una grande parte è dovuta al lavoro di Alberto. Aveva tanti difetti, era un casinaro e raccontava le barzellette dopo che dava il motore e azione. Io ho già detto che era buono, la bontà è un grande valore. Era un capoccione, ma era un uomo davvero buono e a lui si devono buona parte dei meriti di questa lunga cavalcata. Sono sicuro che verranno dell’ottimo vino rosso dove si trovano”.

Poi Luca Zingaretti entra nel dettaglio del lavoro: «Mi sono trovato ad affrontare la regia ed è stata un’esperienza bella e dolorosa, mi chiedevo ogni giorno cosa avrebbe detto Alberto su ogni scena. Se subentri devi capire cosa avrebbe fatto chi ti ha preceduto.  Se posso permettermi credo che di mio ci sia una melanconica dolcezza ed è un po’ lo spirito con cui ho fatto questi ultimi due episodi. Pensavamo che Alberto potesse tornare, ma non è stato così. Voglio ringraziare tutti i miei colleghi, quelli storici e nuovi, perché ad un certo punto ho preso in mano il pallino e non ce l’avrei fatta senza di loro. Ho lavorato 24 ore al giorno, qualcuno pensava che prendessi delle metanfetamine. In questi giorni mi fa piacere pensare a questa mia esperienza perché Alberto mi ha dato il testimone come per due amici che viaggiando in macchina si scambiavano, Alberto se n’è andato addormentandosi mentre guidavo io. Mi piace pensare che riveda in questi film lo spirito di una famiglia che ha voluto portare in porto una impresa».

La responsabilità della regia è stata una novità per Luca Zingaretti. Nonostante Camilleri avesse detto, prima di interpretare Tiresia, che si era stufato perché la casa editrice Sellerio non voleva pubblicare altri romanzi e lo stesso Zingaretti aveva detto basta in passato col Commissario Montalbano: «Nel 2008 decisi di abbandonare  la produzione per un problema di strategia, perché pensavo di dover uscire prima di rompere le scatole. Passato un anno-due senza farlo, dissi che ci mancava e ho chiesto di rifarlo. Considero quella mia decisione e la contro decisione una scommessa vinta perché gli applausi sono aumentati”.

Durante l’incontro stampa Zingaretti ha anche raccontato come ottenne il ruolo de Il Commissario Montalbano: “Comprai il primo libro ma lo misi da parte, qualche mese dopo lo lessi e mi innamorai del personaggio. Volevo comprare i diritti ma non avevo una lira, quando Palomar li presi feci di tutto per fare un provino. Lottai sei mesi, devo ringraziare la produzione. Camilleri ha sempre detto che lo immaginava con i capelli e i baffi, non era facile avere questa parte per un film tv perché all’epoca ero bravo per gli addetti ai lavori ma non conosciuto. Forse Andrea non ha mai cambiato idea, ma ha detto che sono stato bravo”. Sul futuro invece spiega: «Un regista e un autore che ci scrivevano i testi non ci sono più. Non sono ruoli secondari. La Rai ha scelto di girare tre episodi e ha un progetto anche per l’anno prossimo. Io voglio vedere cosa succede salutando i nostri eroi, poi voglio sedermi facendo sedimentare il dolore e riflettere se è il caso di finirla qua oppure se prendere il testimone e concludere in bellezza con l’ultimo romanzo nella cassaforte di Sellerio, aggiungendo anche che c’è un altro romanzo uscito mentre giravamo a maggio e giugno. Dipende se ce la sentiamo di andare avanti senza figure fondanti oppure fermarci. Voglio elaborare il lutto e digerire questo dolore».

La produzione

Nel corso della conferenza stampa c’è stato spazio anche per l’intervento degli altri protagonisti e del direttore di Raiuno Stefano Coletta: «Quando torna Montalbano – ha detto il direttore di rete – è una festa anche aziendale, non solo del Paese. Per me è un onore e una gioia, nel mio primo mese su Raiuno, avere dopo Sanremo e L’amica geniale anche il vero archetipo della rete ammiraglia. Ho visto molti episodi (non tutti e 36), mi sono interrogato su come la sicilianitudine possa essere diventato un codice. Io nel tempo ho ascoltato da Carlo Degli Esposti di cosa ha significato per la Rai: si tratta forse del prodotto più straordinario costruito nel tempo dall’azienda. Anche televisivamente questo prodotto ha significato tanto, perché i ragazzi hanno guardato molto Montalbano e questo è il segno di quello che il servizio pubblico deve fare».

Inevitabile anche l’intervento di Carlo Degli Esposti, produttore della serie televisiva sin dal principio con la sua Palomar de Il Commissario Montalbano che arriva per la prima volta al cinema: «Sono 20 anni, ma a tutti noi sembra ieri, nonostante l’inizio dell’estate sia stato traumatico. Ce la siamo cavata più che bene anche perché Luca ha mostrato grande generosità. In questi giorni c’è stata assenza e vuoto, perché Andrea negli ultimi 20 anni è stato una costante nella settimana e andavo più volte in via Asiago per confrontarmi con lui. Mi sono ricordato che in una delle prime proiezioni in Auditorium mi disse che è bello avere Montalbano in televisione, ma che era più bello vederlo grande. Abbiamo deciso di uscire in un evento al cinema per dare la possibilità ai cultori di Montalbano di vederselo ‘grande’ in una visione collettiva. Ci tengo molto a questo perché questo è un meccanismo chiave per evolvere il prodotto nei prossimi anni: poter vedere questi episodi in sala è un grande regalo per gli affezionati. Non vi nascondo che l’incasso delle tre giornate andrà in beneficenza all’istituto Spallanzani e alla Onlus del Sant’Andrea che sono molto vicini a tutti noi. Questo per rinsaldare ancora di più il rapporto tra Montalbano e la gente. È bello continuare a festeggiarlo e lo festeggeremo ancora»

Il Commissario Montalbano, la trama degli episodi

“Salvo Amato, Livia Mia” in onda il 9 marzo

Il cadavere di Agata Cosentino viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale. Si tratta forse di una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma questa ipotesi non convince il commissario Montalbano che inizia la sua indagine partendo dalla vittima. Il commis – sario scopre subito che la povera Agata era una cara amica di Livia, conosciuta a Genova, dove la ragazza aveva lavorato per un paio d’anni prima di ritrasferirsi di nuovo a Vigàta, assunta all’archivio comunale. Agata, timida e riservata, concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, per – ché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino.

“La rete di protezione” in onda il 16 marzo

Uno strano nuovo enigma per il commissario Montalbano: l’ingegner Sabatello gli porta alcuni filmini super8 girati per de – cenni dall’ormai defunto padre che raffigurano sem – pre la stessa cosa: l’inquadratura fissa di un muro. Il commissario intuisce che non si tratta solo di un fat – terello bizzarro, ma che dietro quelle strambe pellicole si nasconde una remota vicenda dalle tinte tragiche e fosche. Non sarà però solo questo cold case a im – pegnare il commissario perché, proprio in quei gior – ni, nella scuola frequentata dal figlio di Augello viene compiuto uno spaventoso quanto incomprensibile attentato. Due individui a volto coperto fanno irruzione nell’istituto, sparano seminando il terrore fra insegnanti e ragazzi e lanciano un loro minaccioso e oscuro pro – clama. Un nuovo mistero su cui fare luce… e giustizia.

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