Come nascono le superstizioni più famose del mondo
28/09/2011 di Redazione
Ecco le origini antiche delle superstizioni che ancora oggi animano la festa di Halloween
Halloween è alle porte, e quale miglior occasione per parlare di superstizioni che una vacanza in cui ci si concentra sugli spiriti e i simboli esoterici. Che voi siate superstiziosi o meno, scoprire le origini di queste credenze comuni è davvero uno sguardo affascinante sulla religione e sulla psicologia umana.
ROMPERE UNO SPECCHIO – Causa sette anni di sfortuna. Quando eravamo bambini, ci si diceva che questa superstizione derivava dal fatto che nel medioevo comprare uno specchio sarebbe costato a una persona media sette anni di lavoro. I romani furono i primi a creare specchi fatti di vetro. Credevano inoltre che la loro invenzione avesse il potere di rubare un soffio d’anima alla persona che l’avrebbe usata. Se il riflesso di una persona fosse apparso distorto, allora la sua anima sarebbe stata corrotta e intrappolata. Fortunatamente, i Romani credevano anche che l’anima potesse essere rinnovata, dopo sette anni.
GATTI NERI – Mentre la maggior parte delle culture occidentali considerano i gatti neri portatori di cattiva sorte, molte aree del Regno Unito li considerano animali fortunati. Infatti, sembra che i gruppi pagani di queste zone li considerassero portatori di fortuna da così tanto tempo che i primi Cristiani cominciarono a diffondere storie sul fatto che fossero malvagi. In particolare, questo genere di storie legavano i gatti alle streghe, il che è molto coerente visto che i Cristiani accusavano i Pagani di essere streghe.
CAMMINARE SOTTO LE SCALE – Questa è sempre sembrata, in effetti, la più razionale delle superstizioni comuni. Dopotutto, se cammini sotto una scala, hai abbastanza possibilità che qualcosa ti cada sulla testa dalla cima. ma in effetti, non c’è alcuna ragione per considerare la cosa in sé come sfortunata. Pare che gli antichi Cristiani considerassero la forma triangolare come il sacro segno della Trinità. Quando una scala era spinta contro un edificio, formava l’immagine di un triangolo, e quindi, camminandoci sotto, stavi di fatto spezzando il triangolo. Per questo, chi passava sotto una scala veniva etichettato come vicino a Satana.
LANCIARE IL SALE – Dietro le spalle. La maggior parte delle persone sa che storicamente versare il sale porta sfortuna, soprattutto perché si è ritenuto così importante in tempi antichi. C’è anche una storia che dice che Giuda avrebbe versato del sale durante l’Ultima Cena, rendendo l’atto ancora più sfortunato. Detto questo, sembra strano che per rimediare alla sfortuna si debba gettare il prezioso sale dietro la spalla sinistra. C’è una ragione per questo. Nei tempi antichi, è stato spesso detto che il diavolo è sempre seduto proprio dietro la spalla sinistra. Quando hai sprecato qualcosa di prezioso come il sale, è per tenerlo a bada gettando sale nei suoi occhi o per placarlo dandogli un’offerta di sale. Che si stia cercando di ferire il diavolo o comprarne i favori, sembra che gettare il sale nella sua direzione sia un buon modo di scongiurarne l’influsso malefico.
IL PIEDE DI CONIGLIO – Se hai sempre pensato che fosse un po raccapricciante da portare in giro un piede di coniglio per attrarre la fortuna, considera il fatto che alcune culture dicono che il piede del coniglio sarebbe in realtà il piede di una strega morta, uccisa mentre era in forma di famiglio. È interessante notare che i piedi coniglio sono stati un simbolo di buona fortuna almeno dal 600 aC, quando la gente celtica in Inghilterra, avrebbe ucciso i conigli in possesso di determinati attributi che erano visti come benefici per il portatore di portafortuna. Mentre non vi sono prove documentate di come questa tradizione sia nata, alcuni folkloristi sostengono che abbia origine dalla cultura pre-celtica, nella quale i clan cacciatori mandavano i giovani maschi a caccia chiedendogli di portare indietro un coniglio. Al loro primo tentativo riuscito, una delle zampe posteriori del coniglio gli spettava come segno del passaggio all’età adulta.