Come funzionano i cani robot Usa per il pattugliamento della frontiera col Messico
Ora che la possibilità del muro fisico che voleva Trump non esiste più, l'amministrazione Biden punta su una sorveglianza robotica a supporto del lavoro umano
06/02/2022 di Ilaria Roncone
Si tratta di un test che gli Stati Uniti stanno facendo per sorvegliare i confini sud del paese, quelli con il Messico. La scelta di utilizzare un sistema di sorveglianza robotico tanto sofisticato dipende dal fatto – come spiega Brenda Long, program manager per il ramo di ricerca a e sviluppo del Dipartimento della Sicurezza Interna – dipende dal fatto che «il confine meridionale può essere un luogo inospitale per l’uomo e la bestia ed è esattamente il motivo per cui una macchina può eccellere lì». In un post ha spiegato che si tratta di veri e propri cani robot, «veicoli di sorveglianza terrestre automatizzati che noi chiamiamo ‘AGSVs’».
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L’esperimento dei cani robot per pattugliare i confini Usa con il Messico
Il ramo sviluppo e ricerca del Dipartimento della Sicurezza Interna Usa ha lavorato a delle macchine quadrupedi – come spiega The Verge – che dovrebbero agire come sentinelle autonome nel pattugliamento della frontiera. In questa settimana il DHS ha fornito ulteriori dettagli sul funzionamento di questo sistema di sorveglianza, non rilasciando tuttavia informazioni rispetto alle tempistiche nelle quali questi cani robot entreranno in funzione a tempo pieno. Il verdetto è che le ultime prove, comunque, abbiano avuto «successo» e che il lavoro continua.
Cosa sappiamo di questi cani robot e del loro funzionamento? Si tratta di sistemi costruiti dalla Ghost Robotics – nota rivale della Boston Dynamics, che ha creato il robot Spot – il cui modello più noto è Ghost Vision 60. Quest’ultimo è alto 76 cm, pesa 32 kg e arriva a viaggiare per oltre 7,5 miglia in tre ore con una carica di batteria. Il robot può navigare in maniera autonoma o essere controllato manualmente, può essere equipaggiato con carichi utili al suo scopo come telecamere termiche e per la visione notturna. Ghost Robotics in passato ha anche reso noto che c’erano prototipi equipaggiati con pistole ma non ci sono evidenze che dimostrino che DHS voglia utilizzare sistemi del genere.
Come agiscono i cani robot? DHS ha chiarito quale sarebbe, idealmente, il loro lavoro di sentinelle al confine: pattugliamento di waypoint con GPS preimpostato mentre trasportano telecamere e sensori, ispezione di vagoni ferroviari nei cantieri camminando attorno e sotto alle carrozze e pattugliamenti di edifici residenziali. Il vantaggio dei cani robot rispetto a cingolati e macchine a ruote impiegate finora consiste nel fatto che possono agevolmente muoversi in qualunque ambiente come farebbero gli esseri umani, dai gradini ai terreni rocciosi.
Limiti e critiche all’utilizzo di questi sistemi
Tra i primi individuati ci sono, senza dubbio, la durata limitata della batteria e la mancata precisione per alcuni movimenti. C’è poi tutto il capitolo relativo a politici e gruppi per i diritti civili che criticano l’utilizzo di simili macchine, definendole disumanizzanti soprattutto dal momento in cui i robot dovessero essere utilizzati per interfacciarsi con il pubblico. In generale, poi, le Customs and Border Protection (CBP) – ovvero le forze statali impiegate al confine – sono note per i loro comportamenti disumanizzanti nei riguardi dei migranti segnalate in un’indagine del 2021 condotta da Humans Right Watch. Sono ben centosessanta, infatti, i rapporti interni che descrivono abusi fisici e sessuali nei confronti di richiedenti asilo perpetrati al confine Usa-Messico negli ultimi anni.
Dopo che la costruzione del muro fisico al confine col Messico voluta da Trump è stata archiviata – con i lavori che sono stati sospesi lasciando materiali e lamiere che l’amministrazione Biden deve trovare un modo efficace per smaltire o riutilizzare – si passa alla sorveglianza robotica vista come integrazione del lavoro umano.