Ci sono ancora polemiche sull’appalto da 700mila euro per la videosorveglianza a Udine

Si implementano gli strumenti di video–analisi e si lasciano le porte aperte al riconoscimento facciale, nonostante le indicazioni del Parlamento europeo

20/10/2021 di Redazione

Ci sono stati 377 voti a favore, 248 contrari e 62 astensioni. E sono i numeri degli eurodeputati che – con una risoluzione del Parlamento europeo – hanno sottolineato il rischio di distorsione algoritmica nelle applicazioni di intelligenza artificiale, soprattutto da parte delle forze dell’ordine, perché il sistema è riconosciuto come fortemente discriminatorio. Nonostante tutto, a Udine, si va avanti con il bando da quasi 700mila euro per l’installazione di telecamere di videosorveglianza che, in futuro, potranno essere compatibili con il riconoscimento facciale.

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Videosorveglianza Udine, si va avanti nonostante l’ecosistema UE

Alessandro Ciani è l’assessore alla Sicurezza (in quota Lega) del comune di Udine. Ha spiegato così il capitolo di spesa ingente che l’amministrazione andrà ad affrontare per installare delle telecamere di videosorveglianza dell’ultimo modello: «Conserveremo in maniera più funzionale ed efficiente le immagini raccolte: un nuovo archivio sarà compatibile sia con le nuove telecamere, sia con quelle esistenti e sarà facilmente consultabile da parte della Polizia Locale e delle forze dell’ordine».

La parte più significativa, tuttavia, riguarda i cosiddetti strumenti di video-analisi: «Gli strumenti di video–analisi, come il riconoscimento di mezzi e individui (e un domani il riconoscimento facciale), saranno migliorati sulla base di filtri come l’età, il sesso, gli abiti, l’orario, attraverso l’utilizzo di software di analisi forense, vera novità di questo intervento». Il tutto basato su un sistema di intelligenza artificiale e di machine-learning: in seguito a questa applicazione si potranno generare degli allarmi in tempo reale in presenza di comportamenti anomali.

Il comune di Udine, dunque, sta andando avanti per la propria strada, scommettendo – di fatto – che in futuro il riconoscimento facciale per le forze dell’ordine potrà essere uno strumento a disposizione. E rassicurando i suoi cittadini relativamente al fatto che chi ha la coscienza a posto non abbia nulla da temere. Un po’ riduttivo in un panorama internazionale, rafforzato – lo ripetiamo – dalla risoluzione del Parlamento Europeo, che sembra andare in una direzione completamente opposta. La spesa (675mila euro) rappresenta una voce importante del bilancio comunale: rappresenta una scommessa che, al momento, vede i fattori esterni muoversi esattamente nella direzione opposta. Il parlamento europeo, a maggioranza, ha già chiesto un divieto permanente del riconoscimento automatizzato delle persone negli spazi pubblici (i cittadini, infatti, dovrebbero essere monitorati solo se sospettati di reato), il divieto di utilizzo di banche dati private di riconoscimento facciale (come il sistema Clearview AI, che è già in uso) e della cosiddetta polizia predittiva basata su dati comportamentali.

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