Auto-definirsi «cogl*one» senza apparenti meriti sportivi
20/02/2020 di Enzo Boldi
C’è un meme che da tempo circola sui social: è quello di Gerry Scotti che si indica ed è accompagnato dalla scritta: «Oh mio Dio, sta parlando di me». Da oggi in poi, però, il tutto si può costruire anche attorno all’immagine di Matteo Salvini che, conscio di essere criticato da più parti, vede insulti anche quando non si sta minimamente parlando di lui. È il caso dell’editoriale di martedì 18 febbraio scritto da Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano. Quel titolo «Coglionevirus», come poi si poteva intuire leggendo per intero l’articolo, non aveva nulla a che fare con il leader della Lega.
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Matteo Salvini, però, si è sentito accerchiato e, con un briciolo di egocentrismo – magari senza neanche leggere il pezzo, con il suo staff che sembra aver fatto lo stesso – ha pensato che quel Coglionevirus fosse riferito proprio a lui. E sui social aveva citato Marco Travaglio e Vauro Senesi – che, tra l’altro, non c’entrava nulla con quell’editoriale, ma siamo in inverno e tutto fa brodo per la propaganda – rei di insultarlo giocando anche con il Coronavirus.
Coglionevirus a chi?
Eppure bastava leggere l’editoriale de Il Fatto Quotidiano del 18 febbraio per capire come Matteo Salvini non c’entrasse nulla con il titolo Coglionevirus. Si parlava, infatti, di come il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico dovessero mettere da parte gli errori del passato e tentare alleanze locali. Perché, secondo Travaglio, in questo caso l’unione potrebbe fare la forza. E si parlava, con precisione, della candidatura di Sergio Costa in Campania. Insomma, l’invito era quello di non fare cose da «coglioni».
Matteo Salvini ovunque
Ed è lo stesso Travaglio a rispondere all’assurda accusa mossa da Matteo Salvini. E lo fa, ovviamente, a modo suo: «Il tapino si riferisce a un mio pezzo sulla coglionaggine di quegli esponenti dei 5Stelle e del centrosinistra che non vogliono allearsi dove possibile, vedi Campania e Liguria, facendo il suo gioco. Cioè: il coglione non era lui, ma i suoi (presunti) avversari. Salvini però soffre di un eccesso di identificazione. Alla parola ‘coglione’, scatta subito sull’attenti: ‘Presente!’. Deve aver tarato Google Alert sulla parola chiave ‘coglione’ al posto di ‘Salvini’, per non farsi trovare impreparato e rispondere per le rime a chiunque lo nomini invano. Non sia mai che qualche concorrente gli soffi l’esclusiva».
(foto di copertina: da profilo Facebook di Matteo Salvini + diretta Otto e Mezzo, La7)