La premura di Claudio Borghi che pubblica sui social la sua tessera sanitaria (ma censura il codice fiscale)

In generale, la pubblicazione dei propri documenti che contengono dati sensibili è sempre sconsigliata sulle piattaforme social

15/09/2022 di Gianmichele Laino

Educazione digitale, lezione zero. Non si pubblicano mai i propri documenti sui social network. Anche se questi stessi documenti, per eccesso di zelo in verità, prevedono la censura di alcuni campi, come ad esempio quello del codice fiscale di Claudio Borghi. Già perché il parlamentare della Lega, volendo dimostrare che – per la penuria di materie prime – le tessere sanitarie nuove arrivano senza microchip (ve ne abbiamo già parlato, ed è effettivamente un problema), ha mostrato la sua tessera nuova di zecca, a confronto con quella vecchia. Fotografia, piccolo intervento di censura al codice fiscale e passa la paura. Tuttavia, ci sono una serie di problemi in questa operazione pubblica.

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Codice fiscale di Borghi su Twitter, basta censurarlo?

Tra i vari dati personali, eccetto in casi particolarissimi dovuti ad esempio a omonimie davvero molto particolari, il codice fiscale è quello più facilmente desumibile. L’algoritmo per il calcolo dello stesso, infatti, è pubblico e ci sono diversi programmi e siti internet che permettono di calcolare il codice fiscale a partire dal nome del soggetto e dalla sua data di nascita. Questi dati sono rimasti nella disponibilità degli utenti che, pertanto, avrebbero potuto ricavare il codice fiscale di Borghi, anche dopo la censura dello stesso sulla tessera sanitaria.

Tra l’altro, essendo un parlamentare, i dati di Claudio Borghi sono facilmente desumibili anche da altre fonti istituzionali. Non si comprende, dunque, l’eccesso di zelo nella censura del codice fiscale, anche perché lui stesso sembra essere consapevole di tutto ciò in una risposta a un utente di Twitter: «Ma voi davvero non state bene. Ho lasciato visibili i dati che astutamente si possono avere digitando Claudio Borghi su google e voi pensate di aver scoperto chi sa cosa? Ma fatevi una tisana».

Il problema nell’operazione effettuata da Borghi sta nella pubblicazione tout court di un documento sui social network: si tratta di un’azione assolutamente sconsigliabile perché, attraverso delle tecnologie ormai particolarmente accessibili, la falsificazione di un documento a partire da una foto (con o senza il codice fiscale) è sempre più frequente. Inoltre, l’altro problema della pubblicazione della tessera sanitaria senza microchip sta nel fatto di non aver fornito una completa informazione: proprio in virtù della mancanza di materie prime per dotare le tessere sanitarie di microchip (che possano renderle compatibili come documenti con cui interfacciarsi con la pubblica amministrazione e non soltanto con le istituzioni sanitarie italiane ed europee), si è deciso di prorogare – attraverso una procedura in realtà non particolarmente semplice – la scadenza delle vecchie tessere sanitarie con microchip. Il cittadino che voglia mantenerla, infatti, ha diritto a estendere la validità del documento, nonostante la data di scadenza presente sulla scheda di plastica. Ma tutto questo Claudio Borghi non l’ha detto: era troppo impegnato a cancellare il suo codice fiscale.

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