Il reclamo presentato ad Agcom da Cloudfare

Mentre in Spagna si blocca Telegram, in Italia sta accadendo quel che era ampiamente prevedibile

25/03/2024 di Enzo Boldi

Il problema era stato sollevato fin dall’inizio: bloccare un IP per combattere la pirateria rischia di avere ripercussioni su tutto l’ecosistema di internet. E così, quel che è accaduto ne pomeriggio di sabato 24 febbraio è la rappresentazione plastica di come il progetto Piracy Shield sia ancora colmo di lacune che – viste le linee guida Agcom e i profili normativi – sembrano essere (a meno di modifiche) di difficile risoluzione. Il caso della CDN di Cloudfare “buttata giù” dai provider italiani su ordine della piattaforme per combattere la pirateria nel nostro Paese è l’emblema dei problemi.

LEGGI ANCHE > Il primo servizio VPN che dice addio all’Italia dopo il Piracy Shield

Nel corso dell’audizione alla Camera dei deputati dello scorso 20 marzo del Presidente di Agcom (Giacomo Lasorella) per fornire i primi riscontri fattivi dall’entrata in vigore della piattaforme Piracy Shield, Cloudfare è stata più volte etichettata come un’azienda che favorisce la diffusione della pirateria. Anche nel nostro Paese. Un mese prima, infatti, la stessa piattaforma aveva inviato a tutti i provider italiani l’avviso (obbligo) di bloccare e oscurare l’IP 188.114.97.7. Non si trattava di un semplice indirizzo web, ma della CDN di Cloudfare su cui “girava” un portale che – secondo le accuse – stava trasmettendo illegalmente alcune partite di calcio. Peccato che per oscurare un solo sito potenzialmente illecito, siano stati bloccati centinaia di altri siti web che si appoggiavano a quella stessa CDN.

Colpirne cento per educarne uno. Esattamente il contrario di quel che dovrebbe accadere. Oscurando un IP di una CDN, infatti, vengono colpiti e oscurati tutti quegli altri portali “innocenti”. Siti che non trasmettono media audiovisivi coperti da copyright.

Cloudfare contro i blocchi del Piracy Shield

Per questo motivo, ora, Cloudfare sta invitando tutti i proprietari dei domini bloccati a presentare un reclamo ad Agcom, con una mail “pre-stampata”.

“Re: Provvedimenti di blocco Piracy Shield / blocco del sito ***.it

Scriviamo per presentare un reclamo in merito al blocco ordinato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sabato 24 febbraio 2024, dell’indirizzo IP 188.114.97.XXX , che ha reso il nostro sito web ***.it inaccessibile agli utenti Internet in Italia. Pur comprendendo che l’ordine di blocco previsto da “Piracy Shield” di AGCOM era finalizzato a prevenire la violazione del diritto d’autore, segnaliamo che il nostro sito web non viola il diritto d’autore e non è mai stato accusato di simili illeciti.

Ci doliamo formalmente di questa iniziativa e chiediamo che AGCOM voglia prendere provvedimenti immediati per prevenire qualsiasi futuro blocco del nostro sito e di altri siti web conformi alla legge”.

Una mossa che arriva dopo che la stessa Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha sottolineato come non sia arrivato nessun reclamo nel corso del mese precedente.

Share this article