La Lega toglie la cittadinanza ai giornalisti: revocata quella di Saviano a Verona

La decisione del consiglio comunale, con i voti anche di Fratelli d'Italia

24/12/2020 di Gianmichele Laino

Che non siano tempi facili per i giornalisti, lo si era capito da tempo. Tuttavia, aggiungiamo al campionario delle difficoltà un vero e proprio atto che potremmo definire di censura: la cittadinanza Saviano, ottenuta in passato dal comune di Verona, è stata revocata dopo un atto del consiglio comunale della città, passata con i voti di Fratelli d’Italia e Lega. La motivazione sarebbe da ricercare nel fatto che, ultimamente, Saviano abbia attaccato sempre più spesso «rappresentanti eletti dal popolo colpevoli soltanto di avere un’idea diversa dalla sua». Queste le parole del consigliere Alberto Zelger che ha presentato la mozione di revoca che, alla fine, è passata con 20 voti a favore, 7 contrari e un astenuto.

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Cittadinanza Saviano revocata a Verona

Anche Fratelli d’Italia sottolinea come Saviano non sia più un «simbolo della lotta alla mafia, ma un vero e proprio commentatore politico». Nel 2008, quando gli venne conferito il titolo di cittadino onorario di Verona, anche Fratelli d’Italia votò a favore del provvedimento: all’epoca dei fatti, la maggioranza in consiglio comunale era comunque di centrodestra. Tuttavia, l’immagine di Saviano come autore di uno dei best seller di maggior successo al mondo per quanto riguarda la denuncia della criminalità organizzata aveva permesso un consenso trasversale, che lo aveva portato – tra le altre cose – a essere insignito del titolo di cittadino onorario di Verona, città tradizionalmente amministrata dal centrodestra.

Cittadinanza Saviano revocata, la reazione della minoranza

Non sono mancate le reazioni tra la minoranza del consiglio comunale di Verona, tant’è che dall’opposizione hanno mostrato sui social network il tabellone per la votazione in consiglio comunale. E si è parlato chiaramente di una scelta infelice dell’amministrazione comunale che ritiene che Saviano sia un «seminatore d’odio». Alla base della scelta, oltre alle posizioni diverse rispetto a partiti come Lega e Fratelli d’Italia, i consiglieri di maggioranza hanno anche sottolineato come le posizioni di Saviano sulla legalizzazione della cannabis o di altre sostanze stupefacenti (legalizzazione che, lo ricordiamo, è sempre finalizzata a sottrarre queste droghe dal traffico illegale della criminalità organizzata) non fossero compatibili con il ruolo di cittadino onorario di Verona.

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