Cinema America, Virzì: «Dirsi antifascisti è, ormai, quasi osé. Le condanne di Salvini? È uno zuzzurellone»

L’aggressione ai ragazzi che indossavano la maglietta del Cinema America ha lasciato molti strascichi. Più nell’opinione pubblica che nella politica che, come ormai accade sempre più spesso, si limita a puntare il dito minaccioso – come la famosa ciabatta della mamma che ci redarguiva quando sbagliavamo – senza poi prendere alcun provvedimento. In molti hanno detto la loro su quanto accaduto la scorsa notte a Roma, ma le parole del regista Paolo Virzì a La Repubblica sembrano essere le più efficaci ed esaustive.

«Quando si parla di fascismo e antifascismo, sempre più spesso arrivano intellettuali col ditino alzato per dire che, no, il fascismo era un’altra cosa – ha dichiarato Paolo Virzì a La Repubblica -. Certo, quello del Ventennio era un’altra cosa, ma la cultura fascista riguarda comportamenti, coinvinzioni, un’idea della donna, della società, l’uso della violenza. Dirsi antifascisti oggi risulta quasi azzardato, osé». I riferimenti fatti dal regista livornese sono il riflesso di quanto accade ogni giorno in Italia.

Virzì e il caso Cinema America

L’emblema degli ultimi giorni è quello portato sulla loro pelle dai ragazzi che sono stati aggrediti perché indossavano la maglietta del Cinema America, ergo sono antifascisti. Matteo Salvini, anche in questo caso, non è entrato nel merito facendo una reprimenda Urbi et Orbi contro tutti – quindi contro nessuno – e senza lasciare traccia di un’azione mirata da parte del governo: «È una maniera di eludere una questione gravissima usando un tono zuzzurellone – ha proseguito Paolo Virzì -. Un divertito revisionismo, mentre su questi temi non deve esserci nessuna esitazione».

In Italia c’è un problema fascismo

Il problema, dunque, sta nel manico. In chi amministra e governa facendo ampie spallucce davanti a questioni delicate come queste. Come spiega il regista livornese, l’aggressione ai ragazzi con le maglie del Cinema America non può essere isolato da un contesto di continui episodi di questo tipo. Aggressioni che hanno uno stampo ben definito, senza correre dietro ai proclami di chi si racchiude dentro «la caccia ai fantasmi che non esistono». C’è un problema fascismo, questo è evidente a chi tiene gli occhi aperti.

(foto di copertina: Salvatore Esposito/Pacific Press via ZUMA Wire)

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