Corsa al vaccino Covid-19: Cina accusata di aver hackerato laboratori USA

La corsa al vaccino per il Covid-19 è ormai diventata una lotta – a colpi di attacchi cibernetici – per la supremazia globale. Dopo la Russia, anche la Cina è accusata di aver rubato informazioni. Il dipartimento di giustizia statunitense, infatti, ha accusato la Cina di sponsorizzare e supportare il lavoro di alcuni hacker che hanno preso di mira dei laboratori americani impegnati nello sviluppo del vaccino.

Due uomini di nazionalità cinese sono stati identificati come spie al servizio del governo di Pechino, che avrebbe facilitato i loro tentativi di intrufolarsi nei sistemi informatici di alcune grandi aziende statunitensi. I due sospetti, Li Xiaoyu e Dong Jiazhi, sono due ex studenti di ingegneria elettrica, accusati di furto e commercio di informazioni segrete e cospirazione fraudolenta cibernetica.

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La Cina, gli USA e la lotta a colpa di spie

Secondo Washington, i due hacker, che operano dalla Cina, hanno identificato le vulnerabilità di alcuni network di aziende di biotecnologia che sono note al pubblico per la loro ricerca su vaccino per il Covid-19.

I due uomini, in oltre, sarebbero delle “spie cibernetiche esperte” che talvolta agiscono indipendentemente e altre volte sono supportati e ingaggiati dal governo cinese. Dal 2009 ad oggi, secondo l’accusa, il duo ha rubato centinaia di milioni di dollari in segreti di stato, proprietà intellettuale e altre informazioni di valore.

«La Cina è ormai ufficialmente parte, insieme all’Iran, alla Russia e alla Corea del Nord, di quel club vergognoso di nazioni che offrono un paradiso sicuro per i criminali cibernetici», ha l’assistente del procuratore generale della sicurezza nazionale John Demers. «In cambio, i governi di questi Paesi, usano gli hacker quando hanno bisogno di rubare informazioni e, nel caso della Cina, per saziare la continua “fame” del partito comunista cinese per proprietà intellettuali americane e di altre nazioni, tra cui importanti dati sulla ricerca del vaccino per il Covid-19».

Il Ministero degli esteri cinese ha risposto alla accuse definendole «assurde».

(Immagine di copertina: Pixabay)

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