«Se fai vedere il seno, vinci chupiti», il locale di Milano si scusa e dice che è stata una goliardata
Un cartello simile era stato mostrato, tempo fa, in un bar di Treviso
22/09/2020 di Gianmichele Laino
Il locale Chupiteria Milano ha chiesto scusa per il cartello che era stato esposto al suo interno e che era stato oggetto di profonde critiche da parte dell’ex consigliere comunale di Milano Luca Gibillini. Ovviamente, la motivazione addotta è stata quella della goliardata, che – insieme dell’espressione «a mia insaputa» – è una delle chiavi con cui, sui social network, si rimedia sempre più spesso a una evidente caduta di stile.
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Chupiteria Milano e la scusa della ‘goliardata’ per il cartello
Nella Chupiteria Milano, era stato esposto un cartello in cui si descriveva una promozione piuttosto anomala. Si vincevano shot a seconda dei comportamenti più o meno disinibiti delle donne che entravano nel locale. Così, se la donna prendeva il numero del barista otteneva in cambio 30 chupiti, un bacio al barista comportava una quota di 5 chupiti, un bacio tra due ragazze valeva 2 chupiti. Infine, l’elenco con le varie possibilità legate alle ragazze che mostrassero il seno, con una dose di chupiti maggiore a seconda della taglia del reggiseno.
Ovviamente, come affermato dai gestori del locale, queste tariffe non sono mai state messe in pratica. «Spesso le goliardate che fanno ridere noi stessi non ci rendiamo conto che possono ferire altre persone..questo è il nostro caso e ci scusiamo per chi si è sentito colpito – scrivono sui propri account social, dopo che nelle scorse ore era esplosa una polemica -. Il cartello con le regole (mai attuate ovviamente) è stato rimosso. Per il resto siamo un gruppo di ragazzi che cerca di lavorare in maniera seria e responsabile, non colpiteci per un cartello».
Chupiteria Milano, non era l’unico caso
Un gruppo di ragazzi che, tuttavia, non sembrava avere contezza di un episodio del tutto simile che si era verificato n un bar di Treviso qualche tempo fa, e di cui Giornalettismo vi aveva parlato. In quella circostanza, infatti, il premio non erano i chupiti, ma dei più classici shot. Ma i criteri per la selezione delle persone da premiare erano più o meno gli stessi. Il che denota che questa tipologia di cartelli, a quanto pare, è piuttosto diffusa in diversi locali italiani. La differenza è che questi cartelli emergono soltanto quando gli avventori del locale sono piuttosto sensibili all’argomento del sessismo e della discriminazione. Insomma, quanto accaduto alla Chupiteria Milano (e al bar di Treviso) potrebbe fare da monito a quei locali italiani che espongono cartelli simili a questi.
FOTO dalla pagina Facebook di Luca Gibillini