La grande bufala della pagina di Televideo su Speranza che ordina il censimento dei non vaccinati

Tra coloro che hanno diffuso questa falsa informazione anche l'editorialista Paolo Becchi

20/07/2021 di Gianmichele Laino

Grande censimento non vaccinati, annunciato attraverso pagine di Televideo. Basterebbe questo a instillare il dubbio della sebbene minima veridicità a chiunque. Eppure, anche professionisti dell’informazione ci cascano, contribuendo a diffondere dicerie tra la popolazione dei meno esperti che, sempre di più, si accontentano delle pillole offerte dai social per costruire la loro pubblica opinione. Da qualche giorno, su diverse chat WhatsApp, sta circolando una riproduzione abbastanza fedele di una pagina di Televideo, datata 15 luglio 2021. In questa schermata – che sembra in tutto e per tutto una vera pagina di informazione del sistema studiato dalla Rai – si riporta la notizia di un presunto censimento della popolazione non vaccinata annunciato dal ministro della Salute Roberto Speranza e portato avanti con la supervisione del generale Figliuolo.

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Censimento non vaccinati, la bufala della pagina di Televideo

Il testo della pagina è il seguente:

«Il ministro della Salute Roberto Speranza ha appena comunicato che, nei prossimi giorni, sotto la supervisione del generale Figliuolo, verrà impiegato l’esercito per condurre un censimento delle persone non vaccinate. Grazie a un decreto emesso ad hoc nella notte tra venerdì e sabato, sarà consentito ai militari di entrare in casa anche contro la volontà delle persone al fine di avere situazione reale e anche nominativi delle persone non vaccinate. Il Generale Figliuolo annuncia che le azioni saranno condotte in linea di massima senza ricorrere alla forza, ma richiede la collaborazione dei cittadini. Secondo il premier Draghi, il provvedimento benché duro è necessario per la salute di tutti».

Ovviamente, i toni da dittatura militare del dispaccio non possono essere minimamente credibili. Sia per le prospettive che andrebbero a comportare continue violazioni delle libertà individuali e delle prerogative dell’esercito, sia per l’assenza di qualsiasi riferimento temporale (se non un generico «nella notte tra venerdì e sabato», che sa tanto di governo che agisce con il favore delle tenebre) al consesso che avrebbe dato il via a questo «decreto ad hoc». Dunque, basta davvero un solo sguardo a comprendere l’infondatezza di una notizia posticcia, in cui a essere riprodotta fedelmente è solo la riconoscibile grafica tipica del Televideo (ma oggi qualsiasi programma di postproduzione consente di falsificare artatamente testi come questo).

Eppure, nella trappola dell’inganno cade anche un professionista dell’informazione come Paolo Becchi, che è stato editorialista per Libero, per il Sole 24 Ore e blogger per il Fatto Quotidiano. Non proprio l’ultimo arrivato, se si considera anche la sua responsabilità nei confronti di oltre 60mila followers che lo seguono sul solo Twitter. Resosi conto di aver diffuso una falsa informazione (del resto ancora ben presente sul suo profilo), si è giustificato così: «Lungi da me voler alimentare il caos. Ho ricevuto da una persona che stimo questo messaggio e mi sono permesso di chiedere informazioni in rete. Comunque viviamo in tempi in cui anche quello che riteniamo impossibile potrebbe diventare possibile».

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