Il tentativo di speculazione sui «12 morti vaccinati nella casa di riposo in Belgio»

L'analisi più ponderata della situazione porta a conclusioni diverse rispetto a quelle "di pancia"

19/06/2021 di Gianmichele Laino

Sta circolando insistentemente nelle chat dei no vax italiani una notizia riguardante la casa di riposo Nos Tayons a Nivelles, una cittadina del Belgio. La notizia – che nei fatti è confermata – parla di un focolaio con variante inglese e variante Delta all’interno di questa RSA, con la conseguenza di un numero molto alto di contagi tra i residenti e il personale e 12 decessi di persone già vaccinate con Pfizer dal mese di gennaio. Si è trattato di una notizia che ha procurato il solito allarmismo no-vax e il solito, stucchevole dibattito sull’efficacia dei vaccini, soprattutto contro le varianti. La notizia è stata ripresa da Florian Philippot, ex membro del Front National (il partito della famiglia Le Pen) e poi fondatore del movimento Las Patriotes, sovranista ed euroscettico. Un bel bacino per tutta quella grande parte di opinione pubblica in Italia che segue politici di questo calibro anche a livello internazionale.

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Vaccinati morti in Belgio, come stanno le cose

Ovviamente, non basta la fama politica di un individuo per etichettare la qualità delle notizie che propone e, allora, abbiamo provato ad andare un po’ più a fondo in questa vicenda. Dobbiamo sottolineare, innanzitutto, che sono in corso delle indagini dell’Unità di Malattie Infettive dell’UZ Leuven Hospital per determinare la correttezza delle procedure che sono state effettuate durante la vaccinazione e nei mesi successivi, come la somministrazione di dosi anche al personale sanitario impegnato e le visite ai pazienti dall’esterno.

Ma poi occorre valutare anche alcuni altri aspetti della notizia che i no-vax italiani non hanno minimamente preso in considerazione e – nel tentativo di speculazione che stanno portando avanti – non hanno riportato. Attualmente, la situazione si è stabilizzata e Colette Delmotte, presidente del CPAS di Nivelles, ha provato a fare un identikit delle vittime: «Il virus – ha affermato – ha attaccato persone già gravemente indebolite, molto anziane o che presentano un significativo stato di comorbilità». Una delle vittime, ad esempio, aveva 103 anni.

All’interno della struttura, sono ospitate 121 persone. Di queste, 55 sono state infettate da coronavirus e – tra queste – 12 persone sono decedute. Il bilancio, se non ci fossero state le vaccinazioni (ricordiamo che stiamo parlando sempre di persone fragili e in età molto avanzata), sarebbe stato di gran lunga peggiore. Una grossa lente d’ingrandimento, inoltre, può essere puntata proprio sul personale della struttura, che era stato vaccinato soltanto al 60% (una copertura non sufficiente per garantire la completa sicurezza della RSA). A completare il quadro, è possibile che ci sia anche il caso eccezionale della compresenza, all’interno della stessa struttura e nello stesso momento storico, di ben due varianti. Insomma, un caso più unico che raro, che comunque va analizzato in tutti i suoi elementi. Sicuramente dire in maniera cruda che «12 persone vaccinate sono morte in Belgio» non rende affatto giustizia alla situazione nel suo complesso, alle vittime e alla descrizione completa del quadro generale.

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