Dai CD alle piattaforme di streaming: come sono cambiati i supporti per ascoltare la musica

Il CD è un ricordo del passato, ma oggi è anche un oggetto dal sapore vintage in parte come lo erano (e lo sono) i vinili. Intanto per ascoltare musica abbiamo Spotify, ma non solo

02/03/2023 di Giordana Battisti

La progettazione del compact disc, meglio conosciuto come CD, risale al 1979 e si deve a un accordo tra l’azienda olandese Philips e la giapponese Sony. Il primo album musicale su CD immesso nel mercato risale però al 1982, in Giappone: si tratta di 52nd Street di Billy Joel. La cinquantaduesima strada a New York che dà il titolo all’album di Billy Joel ospita alcuni importanti jazz club e al momento dell’uscita dell’album la casa discografica di Billy Joel aveva qui la sua sede, nell’edificio della CBS, un’emittente radiotelevisiva statunitense. Anche lo studio dove l’album è stato registrato si trovava sulla stessa strada, a un isolato di distanza dall’edificio della CBS. Il grande successo dei CD musicali si deve proprio alla CBS Records, un’etichetta discografica nata per iniziativa della CBS con lo scopo di diffondere le proprie produzioni discografiche fuori dagli Stati Uniti. Il 2 marzo del 1983 CBS Records stampò 16 titoli contemporaneamente per il mercato mondiale dando il via a una sorta di “rivoluzione” in questo ambito.

Il periodo della grande fortuna dei CD e il loro potenziale “fascino vintage”

I compact disc sono stati utilizzati tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo millennio non solo come supporto ideale per ascoltare musica, ma anche per conservare file, installare software o come supporto per i videogiochi. Già nel 1990 i CD avevano rimpiazzato quasi completamente i vinili e nel 2007, quando già si stavano affermando altri supporti per ascoltare musica, come l’MP3, si contavano 200 miliardi di CD venduti nel mondo.

Proprio il formato MP3, lo sviluppo di piattaforme di file sharing come Napster o eMule e successivamente lo streaming hanno determinato il declino del CD nell’ambito musicale. Allo stesso modo, in informatica il CD – che aveva sostituito il floppy disk – viene dismesso a favore dell’utilizzo delle chiavette usb, molto capienti e meno ingombranti, e poi di sistemi come WeTransfer che permettono di inviare e trasferire file online in modo veloce.

Mentre nel corso degli ultimi anni le vendite di CD sono diminuite drasticamente, i vinili hanno continuato a essere venduti: secondo i dati elaborati da Deloitte per la Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) nei primi tre mesi del 2021 e per la prima volta dal 1991 i vinili hanno superato i CD nei ricavi. I vinili hanno registrato 4,7 milioni di ricavi a fronte dei 4,4 milioni dei CD, il ricavo dei vinili è cresciuto del 121% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre quello dei CD è calato del 6%. Secondo i dati riferiti al mercato statunitense nel 2021 e diffusi dalla Recording Industry Association of America (Riaa) le vendite di CD hanno però registrato un piccolo ma sostanziale incremento nelle vendite dopo quasi vent’anni di discesa. Questo dato può essere dovuto in parte al fatto che i CD stiano cominciando ad attirare di nuovo acquirenti perché ad oggi, in un mercato dominato dallo streaming, hanno acquisito un “fascino vintage” proprio come accaduto ai vinili quando erano stati quasi del tutto sostituiti dai CD. La Generazione Z, tra l’altro, ha dimostrato di apprezzare molto il gusto vintage soprattutto nell’abbigliamento e per questo talvolta sceglie il second hand preferendolo al fast fashion. Nel 2018 un esperto di discografia, Brent Greissle, ha detto al Guardian che «la Generazione Z sta entrando nella “zona della nostalgia”. È probabile che le persone inizieranno a riconnettersi con la loro giovinezza e ad acquistare la musica che amavano nei formati in cui la possedevano originariamente».

Quali sono le principali piattaforme di streaming musicale?

È difficile dire se in futuro torneremo davvero a “sfogliare” il porta CD che si teneva solitamente in macchina alla ricerca di quello che avevamo voglia di ascoltare in quel momento. Intanto, abbiamo Spotify, la piattaforma di streaming più popolare, ma non solo. Le grandi aziende come Amazon e Apple offrono un proprio servizio di streaming musicale: quello di Amazon è stato lanciato nel 2007, quello di Apple è stato annunciato e distribuito nel 2015. Spotify è stato sviluppato a partire dal 2006 e distribuito a partire dal 2008 e secondo i dati dell’ultimo trimestre del 2022 la piattaforma ha raggiunto i 456 milioni di utenti, tra questi quelli che hanno un account Premium sono 195 milioni. Spotify offre infatti un servizio gratuito di streaming e diversi piani di abbonamento e allo stesso modo la maggior parte dei servizi di streaming, che ad oggi comprendono nella loro offerta anche podcast e altri contenuti audio, sono a pagamento. Prima delle piattaforme nate più di recente e pensate appositamente per lo streaming musicale la piattaforma più utilizzata per ascoltare musica online era YouTube, che esiste dal 2005. Anche YouTube si è dotata di una piattaforma dedicata allo streaming musicale, YouTube Music.

Altre piattaforme di streaming meno note ma comunque rilevanti in questo ambito sono Tidal, che offre una qualità di riproduzione e ascolto superiore alla media; Deezer, che comprende nel suo catalogo brani prodotti da case discografiche ed etichette indipendenti e Qobuz, un’altra piattaforma che promette una riproduzione di qualità.

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