L’anno scorso il mondo del giornalismo se n’era già accorto: la causa di Getty Images

Nel mirino era finita Stable Diffusion, a causa dell'utilizzo degli archivi fotografici professionali per l'addestramento dell'AI generativa

28/12/2023 di Gianmichele Laino

Getty Images è una delle agenzie fotografiche più famose al mondo. La qualità dei suoi scatti può essere sicuramente paragonata alla qualità dell’informazione offerta dal NY Times (che, anzi, spesso si serve proprio delle immagini di Getty per rendere più completi e d’impatto i suoi articoli). Per questo è utile comparare quello che sta succedendo oggi, con una delle principali testate al mondo che ha avviato una causa legale contro Open AI e Microsoft per presunta violazione del copyright dei suoi articoli con lo scopo di addestrare ChatGPT, con quello che è accaduto esattamente un anno fa. Quando ancora i chatbot non erano così nazionalpopolari come lo sono adesso, il problema maggiore collegato all’intelligenza artificiale generativa sembrava limitato al campo delle immagini. E Getty – che aveva previsto come sarebbero andate le cose – aveva intentato una causa contro Stable Diffusion, il modello liberamente utilizzabile che, a partire da un testo, consente di creare un’immagine.

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Causa Getty per AI: il presupposto dello scorso anno

Secondo Getty Images, Stability AI (che ha realizzato il prodotto Stable Diffusion) avrebbe «copiato ed elaborato illegalmente milioni di immagini protette da copyright e i metadati associati posseduti o rappresentati da Getty Images in assenza di una licenza a vantaggio degli interessi commerciali di Stability AI e a scapito dei creatori di contenuti». Per l’agenzia fotografica internazionale, mentre altri sistemi di intelligenza artificiale avevano chiesto e ottenuto delle licenze per migliorare i loro prodotti, Stable Diffusion non lo aveva fatto, avvantaggiandosi illegalmente grazie al lavoro dei fotografi dell’agenzia.

L’esito definitivo di questa causa non c’è ancora, tuttavia all’inizio del mese di dicembre del 2023 un tribunale nel Regno Unito ha stabilito che questa denuncia intentata da Getty Images ha tutte le carte in regola per andare a processo. Dunque, nei fatti, l’iter giudiziario sta proseguendo: mentre la denuncia dell’agenzia fotografica è stata ritenuta degna di nota, non sono state prese in considerazione le rimostranze di Stability AI che – al contrario – riteneva impossibile che il provvedimento disciplinare potesse essere esaminato da un tribunale del Regno Unito, per incompetenza territoriale.

A ogni modo, Getty Images aveva intentato un procedimento simile anche negli Stati Uniti. Dunque, i presupposti per portare davanti a un giudice un’azienda che si occupa di intelligenza artificiale generativa a causa della violazione del copyright sembrano esserci. Occorrerà capire, adesso, due cose: che succederà alla causa già avviata ormai da tempo dall’agenzia fotografica e se un destino simile potrà applicarsi anche a quella denuncia – che ha fatto molto più rumore nell’opinione pubblica, visto il grande successo acquisito nel tempo da ChatGPT – presentata dal NY Times.

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