Il consigliere leghista di Rivoli che rivendica il suo essere razzista, poi le scuse: «Ho solo la terza media»

30/12/2019 di Enzo Boldi

Se non ci fosse di mezzo un tema delicato come il razzismo (e tutte le sue rivendicazioni a mo’ di faciloneria) quel che è accaduto negli ultimi giorni a Rivoli, in provincia di Torino, sarebbe da considerare la storia dell’anno. Il protagonista di questa vicenda si chiama Aldo Casalicchio e di professione fa il consigliere comunale della Lega nel comune piemontese. L’uomo, 74 anni e da sempre appassionato del Carroccio, ha affisso per le strade della città alcuni volantini contro Papa Francesco e, con tanto di sua firma apposta sotto i manifesti, ha rivendicato il suo essere razzista. Poi il dietrofront.

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Questo il contenuto del manifesto affisso per le strade di Rivoli: «Don Paolo Farinella ha sigillato le porte di San Torpete, a Genova, dice, non siamo più nella cristianità. Noi razzisti lo diciamo da decenni. In questi giorni di festa ho sentito il Papa preferire i migranti ai fedeli cattolici, quindi questi sono i risultati». Poi prosegue con il suo attacco a Bergoglio. Ma la sottolineatura viene data, come ovvio, su quella rivendicazione di ‘razzismo’ che il consigliere leghista fa di se stesso.

Casalicchio, il consigliere leghista che si definisce razzista

La Lega locale, attraverso le parole della segretaria di partito di Rivoli, ha preso le distanze da questa rivendicazione da parte di Aldo Casalicchio, ma ha provato a giustificarlo sottolineando come l’uomo non sia razzista, ma si sia solamente espresso male. Ed è questa la stessa linea difensiva scelta dal consigliere comunale del Carroccio.

Le giustificazioni e la terza media

«Non sono razzista. Mi spiace che il mio messaggio sia stato frainteso. Forse mi sono espresso male e succede perché ho solo la terza media – si è giustificato Aldo Casalicchio dopo la buriana -. Non pretendo di fare il professore d’Italiano. Nello scrivere quell’editoriale affisso nella bacheca volevo far passare il concetto di una politica di  accoglienza controllata». Peccato che la terza media non sia una giustificazione per chi ricopre un ruolo istituzionale.

(foto di copertina: da Twitter)

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