Fughe e vendette, la CNN racconta gli ultimi giorni di Trump alla Casa Bianca

Il reporter Jim Acosta racconta il dietro le quinte nonostante il presidente uscente rifiuti di ammettere la sconfitta e rilanci i brogli non provati

05/12/2020 di Redazione

Manca ancora più di un mese al cambio della guardia ma la Casa Bianca dietro le quinte sembra già un campo di guerra. Il reporter della CNN Jim Acosta, ha infatti raccontato in una serie di tweet cosa sta succedendo nel palazzo del presidente, con assistenti che lasciano l’incarico allibiti per il comportamento di Trump e stanchi dei regolamenti di conti in corso. Un clima non buono, che riflette la rabbia del presidente uscente, incapace di accettare la netta sconfitta (oltre 7 milioni di voti di differenza) e ancora attaccato alle teorie sui brogli, mai dimostrati finora.

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La Casa Bianca dietro le quinte nei tweet di Acosta

La Casa Bianca dietro le quinte, raccontata da Acosta, è ormai il teatro di un esodo continuo di staffer che lasciano i loro incarichi “frustrati dal fatto che Trump non ammetta la sconfitta e stanchi dei continui tradimenti”. Nei suoi tweet il giornalista della CNN cita un membro dell’amministrazione che parla di una Casa Bianca dietro le quinte “ogni giorno più tossica” con “regolamenti di conti continui tra persone che cercano di vendicare torti finché possono”. Anche perché molte delle persone che lavorano alla Casa Bianca dovranno trovare un nuovo impiego e al Congresso i posti a disposizioni sono limitati, quindi serve muoversi in anticipo, e tutti adesso ignorano l’ordine del capo del personale John McEntee di non cercare lavoro altrove, in vista di una mancata concessione della vittoria a Biden.

Le reazioni ai tweet sull Casa Bianca dietro le quinte

Ovviamente la reazione dei social ai tweet di Acosta sulla Casa Bianca dietro le quinte è andata da un estremo all’altro, con la rabbia dei sostenitori del presidente uscente verso il canale “nemico pubblico numero uno” e il sollievo, ma anche il disprezzo, di chi invece non vede l’ora che la “parentesi Trump” si chiuda al più presto possibile.

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