Perché pubblicare la cartella clinica di Matteo Messina Denaro? Le motivazioni delle testate multate

Provando a difendersi dall'eventualità di una multa - poi divenuta concreta - ognuna delle quattro testate punite per aver pubblicato la cartella clinica di Messina Denaro ha spiegato le sue ragioni

19/06/2023 di Redazione Giornalettismo

La pubblicazione della cartella clinica Messina Denaro da parte di alcune testate è stata sanzionata dal Garante Privacy come segue: 15 mila euro di sanzione per Adnkronos, 15 mila euro per PalermoToday, 2.500 euro per Dailyitalianews e 2.500 euro per LaCronaca24. Prima di arrivare a queste decisioni – comunicate lo scorso aprile – ci sono stati una serie di scambi tra l’Autorità e gli editori delle testate in questione. Scambi di cui si rende conto nell’emissione del provvedimento finale e che rivelano le ragioni per le quali ognuno di questi giornali ha ritenuto di pubblicare un documento strettamente personale e privato del latitante – almeno fino a quel momento – Matteo Messina Denaro.

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Perché pubblicare la cartella clinica Messina Denaro?

Andando a cercare all’interno del testo di ognuno dei provvedimenti – tutti emessi in data 13 aprile 2023 – appaiono chiare (ma non sufficienti, ovviamente, secondo il parere finale del Garante Privacy) le ragioni di ognuna delle testate coinvolte.

PalermoToday

Una volta chiesto conto della scelta di PalermoToday di pubblicare la cartella clinica Messina Denaro, Citynews S.p.A. ha evidenziato come «il “contenuto giornalistico voleva essere esclusivamente di diffusione di informazioni di cronaca senza alcuna volontà di ledere la dignità della persona, indicando gli estremi di una patologia, purtroppo molto diffusa” e comunicato le iniziative immediatamente intraprese con l’ausilio del proprio DPO al fine di dare attuazione a quanto prescritto nel menzionato provvedimento».

Oltre a questo, si legge nel provvedimento, «le informazioni dettagliate sullo stato di salute dell’interessato erano state espressamente valutate come non pubblicabili» e «la loro pubblicazione è stata frutto di un’autonoma scelta del Direttore Responsabile, il quale ha compiuto un evidente errore di valutazione, “conseguenza della frenesia di quelle ore di lavoro” in cui si è dato atto della notizia e dell’eccezionale interesse pubblico della vicenda». E ancora: «l’articolo riguardava le circostanze dell’arresto dell’ultimo boss mafioso di prima grandezza, latitante da 30 anni e vissuto in Sicilia, “a stretto contatto con i palermitani, condividendo il percorso di cura con gente comune, parimenti toccata da mali simili”» e proprio questo ha fatto pensare al Direttore Responsabile che esistesse quell’interesse pubblico necessario rispetto alla salute di Matteo Messina Denaro.

Viene sottolineato anche come «il 18 gennaio 2023, prima che fosse notificato il provvedimento di limitazione, la Società ha provveduto in totale autonomia a rimuovere il referto» e che, «immediatamente dopo la notifica del suddetto provvedimento, la Società ha modificato l’articolo “ cancellando i particolari in questione (così come il referto) dal proprio database”, ha individuato ed eliminato eventuali link allo stesso su tutte le testate Citynews e  ne ha chiesto la deindicizzazione a Google». Il giorno successivo è stato anche aperto un procedimento disciplinare per violazione delle direttive aziendali e del Codice deontologico dei giornalisti a carico del Direttore Responsabile Andrea Perniciaro.

Adnkronos

Anche Adnkronos ha provveduto alla rimozione dell’articolo e del referto (in data 19 gennaio). GMC s.a.p.a – editore di Adnkronos – ha chiesto di essere sentito e che si tenesse conto del fatto «di aver provveduto, in seguito alla comunicazione dell’8 febbraio, già in data 19 gennaio 2023 alle ore 10,28 a.m. ad eliminare dalla notizia qualsiasi documento clinico, “unitamente alla revisione del testo che ora fa un mero riferimento generico ed essenziale alla patologia per cui il soggetto di interesse era in cura presso il noto centro ospedaliero”».

L’editore ha anche sottolineato come «“nessuna lamentela è pervenuta dal soggetto interessato o da altri privati in merito alla diffusione di informazioni relative allo stato di salute del sig. XX”, sottolineando, inoltre, che notizie dettagliate circa lo stato di salute di quest’ultimo erano già state diffuse da altre agenzie e comunicati stampa rilasciati dalle forze dell’ordine e ancora presenti on-line; evidenziando, infine, come “l’assoluta rilevanza della notizia dell’arresto di un pluripregiudicato appartenente a cosche mafiose abbia indotto la Adnkronos a fornire elementi sensibili sulla base di un interesse sociale alla notizia prevalente rispetto alla tutela della privacy di XX”».

LaCronaca24

Retimedia S.r.l. ha fatto valere – in sede di giustificazione della scelta di pubblicazione fatta – il fatto che l’articolo costituisse «“un servizio dell’Agenzia Adnkrons” cui la stessa è abbonata, nonché la circostanza che “cliccando sulle notizie dell’ultim’ora di Adnkronos, messe in evidenza sul crawl sotto la testata, anziché essere reindirizzati sul sito dell’agenzia, si resta su “LaCronaca 24” dove testo e foto di Adnkronos vengono ‘embeddati’ nel layout della “LaCronaca 24”; è stato comunque evidenziato che, ad una ricerca condotta attraverso il richiamato URL, “la notizia ora non è più accessibile dal sito www.lacronaca24.it”».

Si fa leva sul fatto che, essendo abbonata a AdnKronos, questa specifica notizia e la cartella clinica ad essa legata «non vengono in alcun modo trattate dal personale di Retimedia S.r.l., né possono essere vagliate, corrette, integrate, modificate o bloccate prima della pubblicazione dal direttore responsabile della testata o da altri giornalisti della stessa». Si è fatto quindi «affidamento su una valutazione di liceità condotta da un soggetto particolarmente qualificato, quale è un’agenzia di stampa nazionale autorevole come Adnkronos».

Viene inoltre comunicato come «la notizia non ha avuto praticamente alcun lettore sul sito de “LaCronaca24”, come dimostra il report del sito, da cui risulta che il link di AdnKronos è stato cliccato da 8 utenti “compresi presumibilmente gli accessi degli uffici del Garante e della redazione per potere riscontrare la comunicazione dell’Autorità”».

DayItaliaNews

Ultima delle quattro testate multate, l’editore (Suditaly Imprese Meridionali Soc. coop.) ha sostenuto come la pubblicazione rientrasse «nel legittimo esercizio del diritto di cronaca, “dato che il giornalista si è limitato a riportare integralmente (immagine compresa), citando l’agenzia stessa, una notizia diffusa da Adnkronos e pubblicata anche da altri importanti quotidiani nazionali”».

Anche in questo caso, come sostenuto da LaCronaca24, si è fatta quindi valere l’autorevolezza dell’agenzia di stampa AdnKronos per scegliere di pubblicare il contenuto. Oltre a questo, «in ragione dell’avvenuta divulgazione da parte di tale agenzia, come di altri importanti organi di stampa, i dati contenuti nella notizia non potevano essere più considerati riservati, essendo ormai di dominio pubblico» e «la relativa omissione avrebbe “fatto torto al dovere di informare i lettori siciliani…” essendo la l’azione giornalistica della testata “espressamente orientata all’antimafia”».

Si rende inoltre noto che «la società ha provveduto all’immediata rimozione dell’articolo a seguito dell’intervento dell’Autorità, malgrado ne ritesse legittima la pubblicazione» nonostante «anche in data 6 marzo è stato pubblicato un articolo dall’agenzia Ansa nel quale si informa della patologia specifica di XX, che comunque, “è ancora oggi pubblicata da molti quotidiani nazionali”».

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