Google mette in vetrina gli autori di articoli con un carosello

È una scelta per dare maggiore consapevolezza al lettore rispetto all'autore che scrive i suoi articoli preferiti

17/06/2021 di Gianmichele Laino

L’intento – come per ogni novità introdotta da Google – è sempre lastricato di buone intenzioni. Così, il test relativo al carosello autori Google – ovvero una lista di articoli relativi al medesimo autore di un articolo o di un contenuto giornalistico in generale – viene giustificato con la scelta di dare al lettore un contesto più ampio rispetto al contenuto stesso: in questo modo, non soltanto potrà leggere l’articolo, ma potrà anche capire chi è l’autore che lo ha scritto e quali sono stati gli altri articoli sul tema scritti da lui, oltre alla quantità di articoli prodotti in passato. Un modo, insomma, per dare un volto alla notizia, sin dalla ricerca sul motore di Mountain View: se si individuerà un topic, il sistema di Google News non metterà più a confronto soltanto le altre fonti sullo stesso argomento, ma anche altri articoli realizzati dal giornalista che ha scritto quello stesso topic.

LEGGI ANCHE > Il commento di Mentana sulla scelta di mandare in onda le immagini dell’incidente del Mottarone

Carosello autori Google, è una buona idea?

È davvero una buona idea quella del motore di ricerca? Come detto: nelle intenzioni sicuramente lo è. Ma come si traduce tutto questo nella pratica? Le prime versioni beta del carosello autori Google mostrano questo elenco di elementi: il nome dell’autore nella barra di ricerca, la biografia su Wikipedia, il carosello vero e proprio degli articoli dell’autore.

È sicuramente giusto dare un volto alle notizie, soprattutto in un’epoca in cui le fake news dilagano. La diffusione di false informazioni, infatti, sono spesso agevolate dall’anonimato degli autori che le realizzano. Ma l’interdipendenza con Wikipedia potrebbe essere un ostacolo per tutti quegli autori – che pure hanno un volto e una professionalità riconosciuta – ma che non hanno in dotazione una biografia sull’enciclopedia del web (in questi casi, i controlli sono molto severi, dal momento che voci di questo tipo vengono considerate spesso autocelebrative e agiografiche).

Il rischio, insomma, è l’ennesima penalizzazione dei professionisti dell’informazione che, tuttavia, non hanno una propria visibilità pubblica, ma sono strettamente interconnessi al progetto editoriale di cui fanno parte. Quindi, ecco il rovescio della medaglia: come sempre Google fa i conti senza l’oste. Pensiamo all’Italia: non tutti i giornalisti professionisti hanno una pagina Wikipedia, molti creator (non giornalisti) invece sì. Quale sarà la scelta di Google in questa situazione?

Al momento, lo ripetiamo, il carosello autori Google è ancora un test, disponibile soltanto negli Stati Uniti. Lo stesso motore di ricerca ha dichiarato che, nei prossimi mesi, potrebbero essere significativi aggiornamenti rispetto alla versione beta sin qui descritta. Ma la spia rossa può considerarsi accesa.

Share this article
TAGS