Travaglio su Carola Rackete: «La sua scarcerazione non significa né che sia innocente, né che sia colpevole»
03/07/2019 di Redazione
Marco Travaglio non ha mai sposato completamente la linea di Carola Rackete. Anzi, il direttore del Fatto Quotidiano l’ha spesso messa nel mirino, con una serie di allusioni sulla presenza delle imbarcazioni delle ong esattamente nei punti del naufragio dei migranti o con frasi riguardanti aiuti umanitari che non possono essere giustificati dalla violazione delle leggi italiane.
Marco Travaglio ha commentato la scarcerazione di Carola Rackete
Ora, la notizia della scarcerazione di Carola Rackete – che ha aperto tutti i principali quotidiani italiani – è stata affrontata anche in un editoriale, piuttosto freddo in realtà, di Marco Travaglio: «Il fatto che il capitano Carola Rackete sia stata scarcerata – ha detto il direttore del Fatto Quotidiano – non vuol dire né che sia innocente, né che sia colpevole».
Ovviamente, Marco Travaglio ha ragione, perché Carola Rackete risulta indagata, anche per reati che non riguardano il famoso decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini (tentato naufragio, resistenza a nave da guerra e simili) e, con ogni probabilità, ci sarà anche un processo per determinare eventuali responsabilità all’interno dell’intera vicenda. Tuttavia, pur di non sottolineare la soddisfazione di chi ha manifestato il proprio entusiasmo nella scarcerazione di Carola Rackete (finita senza motivo alcuno nelle grinfie degli haters del web), Travaglio ha insistito sulla tifoseria da Curva sud delle ong e su quella – altrettanto importante – dei supporter di Matteo Salvini.
La riflessione di Travaglio su Patronaggio
Insomma, l’analisi è stata condotta dall’esterno, ricordando anche come il procuratore Luigi Patronaggio sia passato da idolo della tifoseria pro-ong a nemico da combattere quando ha iscritto il nome di Carola Rackete all’interno del registro degli indagati. Travaglio ha infine messo in evidenza che la scarcerazione altro non sia stata che il frutto di differenze di vedute tra il gip Alessandra Vella (che ha optato per la mancata convalida della misura cautelare) e lo stesso Patronaggio che invece ha riscontrato dei gravi indizi di colpevolezza per chiedere gli arresti domiciliari.