Il bimbo bosniaco abbandonato a Carmagnola e adottato dai vigili e dalla Caritas

Lo hanno trovato mentre camminava al buio sul ciglio della strada, in un tratto dove rischiava di essere investito. Poi il suo racconto agghiacciante che ha convinto i vigili di Carmagnola a prendersi cura di lui e affidarlo a una comunità protetta a Torino. Questa triste storia di abbandono arriva dal Piemonte, dove un bambino di soli otto anni è stato abbandonato dalla famiglia e che la madre non vuole più accogliere. Il piccolo, di origini bosniache, è stato lasciato da solo in una strada di campagna, ma ora potrà ricominciare la sua vita da bambino, iniziando ad andare a scuola e a giocare con i ragazzi della sua età.

La storia del piccolo Andrea – questo il nome di fantasia scelto dal Corriere della Sera per raccontare questa triste vicenda – parte da Caserta, dove è nato otto anni fa. I suoi genitori sono bosniaci, ma se del padre non si sa nulla e risulta irreperibile, della madre si è saputo fin troppo. «Se ne deve andare – ha detto la donna ai vigili che l’hanno rintracciata -. Se ne devono occupare i nonni paterni, noi qui non lo vogliamo». Parole incommentabili scagliate sulla pelle di un bambino di soli otto anni.

Il bambino di otto anni abbandonato dalla sua famiglia

Per sua fortuna, però, i vigili di Carmagnola hanno deciso di prendersi cura di lui, soccorrerlo e – grazie all’aiuto della Caritas – farlo accogliere in una comunità gestita dalle suore a Torino. Non era mai andato a scuola, non sa né leggere né scrivere, ma ora potrà ricominciare la sua nuova vita, lontano dalla famiglia che lo ha messo al mondo prima di abbandonarlo in una buia e fredda strada di campagna.

‘Adottato’ dai vigili di Carmagnola

I suoi genitori sono stati entrambi denunciati per abbandono di minore. Nel frattempo vanno avanti le indagini per capire chi lo abbia portato in quella campagna di Carmagnola, senza il minimo ripensamento su questo vile gesto. Del bambino di 8 anni ancora si sa poco. Si pensa abbia girato l’Italia a bordo di una roulotte con la sua famiglia, prima di stanziarsi nel campo nomadi di Chieri. I genitori si sono separati e sembra che l’uomo abbia iniziato una nuova relazione. Infatti, ai soccorritori ha raccontato di avere «due mamme, una buona e l’altra cattiva» e che a casa era oggetto di vessazioni. I vigili si sono presi cura di lui e sono andati a trovarli nella comunità in cui ora vive, portandogli giocattoli, quaderni e pennarelli.

(foto di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

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