L’anno del caricatore universale per Apple potrebbe essere il 2024
I primi saranno gli AirPods, poi toccherà agli accessori per Mac
10/10/2022 di Redazione
Il caricatore universale USB-C – per il quale l’Unione Europea ha dato il via libera – potrebbe essere implementato sui dispositivi Apple entro il 2024. È questa la data più verosimile, in base agli ultimi rumors che arrivano direttamente dalla casa di Cupertino. Potrebbero non esserci chance per installare il caricatore universale entro il 2023, così come l’installazione sarà graduale a livello di dispositivi: prima gli Air Pods, poi gli accessori per Mac, alla fine per gli smartphone, i tablet e i pc della mela morsicata. Il 2024 potrebbe essere l’orizzonte che serve a Cupertino per allinearsi a quelle che – a breve verrà ratificato anche dalle altre istituzioni europee, dopo il voto del Parlamento Europeo della scorsa settimana – sembra essere l’intenzione dell’UE.
LEGGI ANCHE > Il Parlamento europeo ha approvato il caricabatterie unico
Caricatore unico su Apple, probabile che verrà installato entro il 2024
AirPods, AirPods Pro e AirPods saranno i primi dispositivi a fare a meno del caricabatterie Lightning, seguiti dagli accessori per il Mac: Magic Mouse, Magic Keyboard e Magic Trackpad. Per quanto riguarda, invece, iPhone, iPad e MacBook, è verosimile che si attenderà il prossimo aggiornamento di prodotto. L’iPhone 14 è uscito qualche settimana fa, dunque è facile immaginare che il prossimo modello non sarà sul mercato prima del 2024, o comunque a ridosso di questa scadenza temporale. La stessa cosa vale anche per i tablet e i pc Apple. L’aggiornamento di prodotto potrà riguardare anche un aggiornamento degli accessori e – di conseguenza – del caricatore unico su Apple.
Possibile la compresenza del caricatore universale e di Lightning, così come è possibile che Apple – che da sempre ha osteggiato questa riforma da parte dell’Unione Europea – possa rivalersi su questa legislazione in futuro, o possa in alternativa aggirare gli ostacoli frapposti dalle nuove regole che entreranno in vigore negli Stati membri. La partita, insomma, non sembra affatto conclusa.