Capitol Hill, una manifestante stava pianificando di rubare il laptop di Nancy Pelosi

L'FBI sta indagando sulla possibilità che la donna, già identificata, volesse vendere il dispositivo alla Russia

19/01/2021 di Ilaria Roncone

Uno dei violenti di Capitol Hill avrebbe pianificato di rubare il computer portatile di Nancy Pelosi allo scopo di venderlo alle spie russe. Questo quanto riferito da un testimone all’FBI. Questo quanto dichiarato dall’FBI la scorsa domenica in una deposizione a carico di Riley June Williams, una dei rioters identificati grazie ai numerosi video di quei momenti di assalto al Campidoglio. Accusata di ingresso illegale e impedimento delle funzioni governative, a suo carico pende anche l’ipotesi che avesse pianificato di rubare il laptop di Nancy Pelosi allo scopo di rivenderlo a un contatto in Russia. Quest’ultimo avrebbe dovuto contattare poi il governo americano.

LEGGI ANCHE >>> Basta vedere 14 video per capire cosa è successo dentro Capitol Hill

Il piano per rubare computer Nancy Pelosi

La donna è stata identificata dai media britannici e la conferma è arrivata confrontando le immagini con la foto sulla sua patente. L’identità è stata accertata anche grazie a un colloquio con i suoi genitori. Tra le varie immagini dell’assalto nei video si vede Williams che conduce i rivoltosi verso l’ufficio della Pelosi; sono scene che, visto quanto ipotizzato, concorrono a rendere ancora più concreta l’ipotesi che avesse la precisa intenzione di saccheggiare l’ufficio. Il testimone che ha parlato alle autorità dell’intenzione di Pelosi di rubare il pc è un ex socio della donna.

La paura del governo per il furto di dispositivi

Tra i vari scenari per i dipendenti del governo e per il reparto IT la possibilità che qualche dispositivo manchi all’appello in seguito alla rivolta in Campidoglio – vista la miriade di informazioni e dati sensibili che contengono – è tra le peggiori. Un ex funzionario IT della Camera ha dichiarato tramite i suoi canali social: «Non penso che dormirò bene fino a quando le reti non saranno ricostruite da zero e tutti i computer ispezionati prima di essere rimessi in servizio». Intanto Williams rimane in libertà – pur cancellandosi da ogni social media, compreso Parler – e le indagini proseguono.

Share this article