Sembra che nemmeno ai disinformatori interessi più la guerra in Ucraina

Secondo il report di IDMO, la disinformazione sulla guerra in Ucraina è scesa dal 20% al 9% da luglio ad agosto

21/09/2022 di Redazione

L’attenzione mediatica sulla guerra in Ucraina, al netto delle ultime dichiarazioni di Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione in cui ha parlato dei referendum nelle aree di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhya e in cui ha annunciato l’utilizzo di 300mila riservisti per proseguire la guerra in Ucraina, è di molto calata, soprattutto se si considerano i dati dell’estate. Questo lo avevamo già notato empiricamente: del resto, il fatto che il mese di agosto fosse – praticamente – un mese elettorale aveva portato con sé una inevitabile attenzione nei confronti della politica italiana. Tuttavia, l’ultimo report di IDMO – l’Italian Digital Media Observatory – dimostra come, a un generalizzato calo dell’attenzione rispetto alle vicissitudini della guerra, corrisponda anche un significativo calo delle fake news sul conflitto in Ucraina.

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Calo disinformazione guerra Ucraina, il report di IDMO

Stando alla ricerca mensile che le testate che collaborano al progetto di IDMO stanno portando avanti ormai da diverso tempo, dal luglio 2022 all’agosto 2022 la disinformazione sulla guerra in Ucraina è calata sensibilmente. Nel mese di luglio le fake news sull’argomento riguardavano il 20% degli articoli analizzati. Nel mese di agosto dello stesso anno, la percentuale è scesa al 9%. Solitamente, l’andamento della disinformazione offre uno spaccato molto interessante sui temi maggiormente dibattuti. È stato così anche per quanto riguarda l’attenzione mediatica relativa al coronavirus.

Nonostante il livellamento dell’informazione sul Covid-19, a due anni e mezzo di distanza dallo scoppio della pandemia in Italia, la disinformazione su questo argomento continua ad avere valori percentuali significativi: nel mese di agosto, secondo il report di IDMO, le fake news sul Covid erano il 17% degli articoli analizzati. La sensazione è che, nel futuro prossimo, possa emergere ampia disinformazione su un’altra tematica, destinata a occupare vasto spazio nel dibattito pubblico, soprattutto grazie all’interesse della Generazione Z. Stiamo parlando, nella fattispecie, del cambiamento climatico: nel mese di agosto, le fake news su questo tema hanno toccato il 12% rispetto agli articoli analizzati da IDMO.

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