Buffagni contro Fico: «Le sue parole sul 2 giugno? un favore suicida alla Lega»
08/06/2019 di Gaia Mellone
«Il 2 giugno sia la festa degli italiani e non solo delle forze armate. Vorrei vedere ovunque il tricolore che sventola il prossimo anno». A parlare non è Matteo Salvini bensì il sottosegretario pentastellato Stefano Buffagni, che dal palco della tre giorni milanese “Futuro direzione Nord” ha lanciato un appello al Movimento 5 Stelle, e un affondo contro Roberto Fico, sempre più isolato.
Buffagni contro Fico: «Le sue parole sul 2 giugno? un favore suicida alla Lega»
Galeotto sono state le parole pronunciate da Roberto Fico sulla festa del due giugno. «La grandezza della Repubblica è che è per tutti, tutti sanno che chi si trova in questo Paese ha libertà e diritti. È una festa che deve essere dedicata agli italiani, ma anche ai migranti, agli ebrei vittime dell’olocausto, ai rom e ai sinti perseguitati – aveva detto il presidente della Camera dei Deputati- La forza della nostra Repubblica è non far differenze, e sotto questo cielo la bandiera tricolore sventola per tutti». Un discorso che «sulla carta era inattaccabile» ma che Buffagni non ha condiviso, perché «la comunicazione si fa con i titoli» e quel titolo prestava troppo il fianco agli attacchi della Lega, o per come lo a definito Buffagni, sono state «un favore suicida all’alleato».
Stefano Buffagni invita il movimento 5 stelle a cambiare
Stefano Buffagni ha anche lanciato una sorta di appello al suo movimento: basta con temi che possono creare divisione con la Lega. E non tanto per mantenere stabile e solida l’immagine del Paese, quanto perché il passato ha insegnato che Salvini ora come ora è fondamentale per il Movimento, che altrimenti non ha i numeri per far passare le proprie leggi. «Il reddito di cittadinanza lo abbiamo fatto con i nostri voti e i loro, qualsiasi provvedimento lo abbiamo fatto con i loro voti e con i nostri» dice Buffagni, elogiando la capacità comunicativa della Lega che ha saputo vivere «di osmosi nei nostri confronti perché comunque hanno vissuto garantendosi una pulizia di immagine e una freschezza di immagine che noi gli abbiamo dato». Guarda anche all’esempio oltremanica Buffagni: «Quando governi, vedi l’esempio della Brexit, un conto è fare la sparata in televisione, un conto è il mondo reale con dinamiche più complesse e ingerenze esterne». Le elezioni europee però hanno rimesso in riga anche i “ribelli” del movimento. Se al Senato i “fichiani” tengono duro, lo stesso sembra non possa dirsi alla Camera dove, secondo indiscrezioni riportate da Repubblica, i deputati si sarebbero riallineati con il partito partner di governo per mantenere stretta la poltrona.
(Credits immagine di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)