La bufala dei donatori di sangue vaccinati con i coaguli | RICETTA ROSSA

Il secondo articolo di Ricetta Rossa realizzato nell'ambito di un progetto - promosso dal Dipartimento Informazione ed Editoria - di debunking delle fake news in ambito sanitario contiene un importante contributo di Giampiero Briola, presidente di Avis

12/07/2023 di Gianmichele Laino

A marzo del 2021 erano 12 i vaccini autorizzati dalle autorità farmacologiche nazionali per cercare di combattere la pandemia di Covid-19 che, ormai, da più di un anno stava condizionando le vite della maggior parte della popolazione mondiale. Nonostante i numerosi processi che la validazione dei risultati scientifici aveva dovuto affrontare, sui social network e su alcuni discutibili portali online si sono diffuse false informazioni in proposito. Compresa quella – che ha provocato una vera e propria reazione a catena su alcune delle nostre abitudini più consolidate – del presunto impatto delle vaccinazioni sul sangue dei pazienti che si sottoponevano alla vaccinazione stessa. La bufala dei coaguli nei vaccinati si era diffusa a macchia d’olio.  Per questa puntata di Ricetta Rossa, il format che Giornalettismo ha realizzato per debunkare le fake news in ambito sanitario, abbiamo intervistato Giampiero Briola, presidente dell’AVIS. Molto spesso, infatti, l’associazione dei volontari italiani del sangue si è trovata di fronte a una serie di false informazioni su cui è dovuta intervenire per evitare che il suo prezioso lavoro di raccolta del sangue potesse essere inficiato dai soliti inquinatori di pozzi.

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Bufala dei coaguli nel sangue dei vaccinati, il punto di osservazione di Giampiero Briola

Nell’estate del 2021, complice anche la propagazione della fake news da parte di alcune personalità influenti nel mondo dei social frequentato dai cittadini italiani (è noto, ad esempio, lo scontro che AVIS aveva avuto con l’attore Enrico Montesano, che aveva diffuso la notizia sui propri canali ufficiali), messaggi e informazioni sulla presenza di presunte sacche di sangue coagulato, donato da persone che si erano sottoposte a vaccinazione anti-coronavirus. Tuttavia, una informazione di questo tipo cozza evidentemente con la realtà scientifica dei fatti. Che, in realtà, è molto semplice: ogni sacca di sangue contiene un citrato che evita la coagulazione. Questo è sempre avvenuto, anche prima dei vaccini, dal momento che non si può trasfondere sangue che abbia anche il minimo dubbio su un microscopico coagulo.

Lo ha ribadito ai microfoni di Giornalettismo Giampiero Briola, il presidente di AVIS, che più di tutti ha diffuso corretta informazione sul tema, facendo da testa di ponte contro una fake news così grossolana come quella dei coaguli nel sangue dei vaccinati. «Queste bufale – spiega Briola – sono nate nel mondo di quelli che sono considerati i cosiddetti No Vax o tra quelle persone che non hanno condiviso l’indicazione dell’obbligo vaccinale. Questi soggetti hanno fatto del male all’intera società, dal momento che non è opportuno che né questa né altre bufale sulla donazione di sangue si diffondano: la donazione di sangue produce un farmaco salvavita. Ostacolare questo processo è rischiosissimo perché non consente di poter curare tutti i nostri pazienti tutti i giorni in tutti gli ospedali».

Anche perché non è così scontato che la donazione di sangue possa essere un processo spontaneo: «Nei momenti di particolare crisi – ha spiegato Briola – negli ospedali sono stati sospesi anche degli interventi chirurgici e tutto questo mette a repentaglio la qualità di vita dei nostri pazienti, crea blocchi e complicanze per il sistema sanitario nazionale e per il diritto dei cittadini alla propria salute».

La diffusione della fake news, nonostante la letteratura scientifica

La letteratura scientifica, di fatto, non evidenzia alcuna correlazione tra il sangue dei vaccinati e la possibilità che si formino coaguli. Fortunatamente, questa visione – nel corso degli ultimi mesi – si è affermata e la diffusione delle fake news sul tema (molto presente nel periodo estivo del 2021, con una ondata di ritorno nella prima parte del 2022) è andata scemando. Nella fattispecie, secondo i dati che abbiamo raccolto in seguito al nostro monitoraggio delle notizie online, la bufala dei coaguli nel sangue dei vaccinati ha avuto un picco di diffusione all’inizio della campagna vaccinale (il decreto è stato pubblicato in Gazzetta nel gennaio del 2022, con la conseguente entrata in vigore nel giugno 2022) e un secondo apice alla fine del 2022, conseguenza di una nuova ondata di lamentele contro gli strumenti per il contenimento della pandemia.

Anche le parole, i concetti e le sfere semantiche con cui questa bufala si accompagnava si sono diversificati nel corso del tempo. Nel periodo precedente alla pandemia, la notizia dei coaguli nel sangue seguiva contesti in cui si parlava di alimentazione e di cibo; successivamente, con la diffusione dei vaccini, il concetto di coagulo nel sangue si accompagnava a quello legato alla sfera dei vaccini (curiosamente AstraZeneca e Johnson, mentre non veniva menzionato il vaccino Moderna) e di tutte le notizie connesse al Covid-19. Ovviamente, sia negli articoli di giornale, sia sui social network, il sentiment che si associava alla diffusione della fake news dei coaguli nel sangue era negativo, connesso alle sfere della sottomissione, della paura e del rimorso. 

«Fortunatamente – conclude Briola – l’emergenza su questa fake news sembra ormai passata. Anche perché non abbiamo avuto da parte dei pazienti degli ospedali che conosciamo lamentele o rimostranze rispetto al fatto di avere a disposizione il sangue dei vaccinati».

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