Terremoto social nella destra Usa, è boom di iscrizioni su Parler

Dopo la sconfitta di Trump, i suoi sostenitori hanno lasciato Facebook e Twitter, accusati di aver represso la libertà di opinione. Un processo simile a quello che accade sui media con l'esodo da Fox News

17/11/2020 di Redazione

A due settimane dalle elezioni americane arriva il boom di Parler, il microblog che promette libertà di espressione e sembra destinato a diventare il social media della destra americana. La sconfitta di Trump ha infatti scatenato un vero e proprio terremoto nel mondo della comunicazione della destra Usa, con Facebook e Twitter accusate di reprimere la libertà di parola, per aver impedito la circolazione di notizie non verificate e aver segnalato tutte le notizie false pubblicate da Trump e dai suoi seguaci. Ma anche sul fronte tv, Fox News sembra ormai sull’orlo di perdere il controllo sugli spettatori di destra, che sempre più si spostano su Newsmax e OANN, i canali di ultradestra promossi anche dallo stesso Trump.

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Il boom di Parler dopo le elezioni Usa

Il boom di Parler dopo le elezioni non è passato inosservato, con la app del microblog che promette la libertà di “parlare liberamente e potersi esprimere senza la paura di essere cacciato per le proprie idee” che nel fine settimana è balzata in testa ai download nell’App Store di Apple, raggiungendo gli otto milioni di utenti, quasi il doppio rispetto ai 4,5 milioni della settimana precedente. A dare il là all’esodo la delusione e la rabbia degli ultraconservatori pro-Trump  per le misure introdotte da Twitter e Facebook per combattere la disinformazione, che hanno fatto discutere anche dall’altra parte dello schieramento politico, viste le polemiche per il rifiuto di Facebook di bloccare il profilo di Steve Bannon dopo il post sulla decapitazione del dottor Fauci e del direttore dell Cia. Una rabbia che, come detto, ha travolto anche quelli che per anni sono stati i punti di riferimento dei sostenitori di Trump come Fox News, mi perdonata da Trump per aver assegnato l’Arizona a Biden la notte delle elezioni, e il sito Breitbart, che dopo aver tirato la volata a Trump nel 2016 adesso lo tratta da cattivo perdente. Un terremoto guidato anche da quei personaggi come Maria Bartiromo di Fox e il popolare conduttore radiofonico ultraconservatore Mark Levin che spingono i loro ascoltatori ad abbandonare i canali mainstream e a rifugiarsi nei sociale e nei canali dove e loro idee non vengono contestate, anche se basate su bugie e fatti ai accaduti.

Il boom di Parler e la rivoluzione nella tv dell’ultradestra

Il boom di Parler sembra destinato a far diventare il social nato nel 2018 in Nevada l’alternativa di destra a Twitter, con tutto il ventaglio di teorie cospirative, messaggi estremisti e antisemitismo che caratterizza sempre più la destra Usa e che fa il paio con la crescita esponenziale di QAnon. E con Parler crescono le app del gruppo media Newsmax, il cui canale tv, nei prossimi mesi promette di diventare quello che Fox News è stato negli ultimi 30 anni per il passaggio dalla destra di George H. Bush a quella di Trump. Un ruolo che Newsmax sembra destinato a condividere con OANN il canale che promuove teorie cospirative che Trump ha ammesso ai briefing della Casa Bianca e che sembra potrebbe diventare una specie di Trump Tv quando l’attuale presidente avrà lasciato la Casa Bianca.

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