L’ambasciata USA appende la bandiera LGBTQ per protestare contro la riforma che potrebbe vietare le nozze gay

A partire da oggi e fino al 1° luglio in Russia si vota la riforma costituzionale che potrebbe dare a Vladimir Putin la possibilità di restare presidente fino al 2036. Oltre a questo se la riforma della Costituzione passasse, cambiando la base su cui è stato fondato il paese, il matrimonio diverrebbe «un’unione tra un uomo e una donna», dicitura che renderebbe il matrimonio gay vietato e non riconosciuto dallo Stato. Gli Stati Uniti hanno preso posizione oggi scegliendo di esporre la bandiera LGBTQ, simbolo della comunità, fuori dalla propria ambasciata in Russia.

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La bandiera LGBTQ USA contro il divieto dei matrimoni gay in Russia

 

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Сегодня посольство США в России чествует Флаг Гордости ЛГБТИ🏳️‍🌈во время празднования #PrideFlagDay. Флаг ЛГБТИ был создан американским художником и активистом Гилбертом Бейкером и впервые был поднят 25 июня 1978 г. во время парада Gay Freedom Day в Сан-Франциско. «Символ радуги был взят из самой ранней истории человечества как символ надежды», – писал Бейкер в своих мемуарах «Воин радуги» (Rainbow Warrior). Он хотел донести свое убеждение в том, что сила общества в разнообразии. Права ЛГБТИ – это права человека. Права человека универсальны. Месяц гордости призван подчеркнуть, что каждый человек заслуживает того, чтобы жить жизнью, свободной от ненависти, предубеждений и преследований. #Pride2020 #LGBTI #HumanRights #EqualProtection #PrideFlagDay #rainbowflag

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La posizione degli Stati Uniti è espressa chiaramente da quella bandiera arcobaleno che sventola sulla facciata della sede dell’ambasciata USA in Russia, pubblicata e diffusa anche tramite l’account Instagram ufficiale. Una riforma costituzionale che va contro la democrazia, quella per cui si vota in Russia, con Putin che potrebbe continuare a regnare fino al 2036 e l’unione omosessuale resa inesistente e impossibile nel migliore dei casi e criminalizzata nel peggiore.

La comunità LGBTQ in Russia vive tra invisibilità e persecuzione

La vita per le persone che fanno parte della comunità LGBTQ in Russia è già abbastanza complicata senza che si vieti anche di unirsi in matrimonio. Dal divieto di propaganda omosessuale che impone di censurare i film – dalla Bella e la Bestia per il personaggio di Le Tont a Rocketman su Elton John – alla fine che fanno gli attivisti LGBTQ nel paese. Uno degli ultimi casi noti è stato quella della morte di Yelena Grigoryeva, celebre attivista che era stata minacciata – come altri – da una vera e propria setta di nome Pila che dà la caccia alle persone omosessuali. Lo scorso 21 luglio il corpo della 41enne è stato trovato tra i cespugli vicino casa sua, a San Pietroburgo, dilaniato da almeno otto ferite da taglio su viso e schiena. Di odio nei confronti delle persone LGBTQ ce n’è già abbastanza e abbastanza viene permesso in Russia, andare nella direzione del divieto dei matrimoni gay aggiungerebbe solo vergogna alla vergogna.

 

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